E quante sono le inchieste sull'infiltrazione nel tessuto produttivo lombardo firmate dalla pm Ilda Boccassini? Prima o poi, doveva capitare che il nome della malavita d'origine calabrese spuntasse anche in politica. Così ieri mattina la 'ndrangheta è uscita sul numero cinque: Domenico Zambetti, politico lombardo di lungo corso, già democristiano nella Prima Repubblica e ora nel Pdl, è il quinto assessore regionale lombardo ad essere arrestato. Stavolta l'accusa, appunto, è di avere comprato dalle cosche (per 200 mila euro) i voti per farsi eleggere.
Tutti i cittadini sono innocenti fino al terzo grado di giudizio, e questo è ovvio. Le responsabilità penali, pure dentro una Giunta regionale (Zambetti era assessore alla Casa), sono sempre personali, come ha subito ricordato il governatore Roberto Formigoni. Infine, come ha detto ieri Mariastella Gelmini, ex ministro e, in passato, responsabile in Lombardia del Pdl, bisogna sempre "distinguere il grano dal loglio" e non annacquare in un generale discredito il giudizio sulla Lombardia.
Tutto vero e dovrebbe essere ovvio tenerlo presente, anche se così non sarà. Ma la sconcertante situazione in cui si è venuta a trovare la guida politica della Regione Lombardia, se non va liquidata con i forconi, non può essere neppure assolta con un amen. Cinque assessori arrestati, quattordici consiglieri regionali (e lo stesso Formigoni) indagati sono il segno drammatico che qualcosa non funziona, e da tempo, in Lombardia. Quantomeno: chi doveva controllare, nel Consiglio e in Giunta? Né i partiti della maggioranza, né il Governatore sembrano averlo fatto. Omesso controllo.
Ma ancor più, è la situazione generale del Paese, unita a quella politica lombarda, a suggerire una diagnosi più grave e con meno vie d'uscita. La Lombardia è stata per molti anni governata meglio di altre Regioni. Ma il governo Monti, a fronte di sprechi generali e ingovernabilità varie, ha deciso di mettere mano non solo a tagli pesanti, ma addirittura di rivedere i limiti di autonomia che la Costituzione concedono alle Regioni. Tradotto: non è più tempo di lasciar correre sotto nessun punto di vista, tantopiù là dove vengono meno gli standard legali. Inoltre: il Governatore Formigoni ha davvero, oggi, in mano una maggioranza e un progetto politico solidi per continuare a governare? O è ormai ridotto a difendersi come in un assedio, costretto a sperare che non accadano altri disastri, e che l'unico alleato, la Lega, non stacchi la spina? Ma al di là di tutto questo, occorre prendere atto che una stagione politica si è chiusa, e tirarne le conseguenze, prima che le tirino, per quel che compete loro, i giudici.
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