Se il Gesù
giovane è protagonista
della storia

  Gesù di Nazaret «appartiene ad un tempo esattamente databile e ad un ambiente geografico esattamente indicato», è venuto al mondo in un  momento ben identificato del tempo, ha diviso in due la storia dell'umanità, in un prima e un dopo della sua venuta. Lo scrive Benedetto XVI nel suo nuovo libro su Gesù – il terzo – dedicato ai racconti dell'infanzia del Nazareno. Un libro che si annuncia già come un bestseller e che sarà diffuso in un milione di copie.
I racconti di Matteo e Luca, gli unici due evangelisti  che descrivono le circostanze della nascita di Cristo e i primi passi mossi dalla sacra famiglia – segnati fin da subito dalla persecuzione del re Erode, così efferato da far uccidere tutti i bambini maschi di Betlemme pur di assicurarsi di aver eliminato il messia – sono ben altro dalla favola natalizia un po' zuccherosa a cui siamo abituati. Non sono una leggenda, né un «midrash», una narrazione teologica. Non sono delle invenzioni umane, di autori intenzionati a creare parabole a fin di bene. Hanno, invece, un fondamento storico, e il fatto di essere stati redatti alla luce della resurrezione di Gesù al fine di tramandare gli eventi della sua vita non ne diminuisce il rapporto con la storia concreta e reale della Palestina di duemila anni fa. Nel volume sull'infanzia di Gesù sono diversi i brani che Benedetto XVI, con leggerezza e finezza, dedica a demolire i demolitori, cioè quegli esegeti moderni che mettono tutto in discussione, talvolta in base a pregiudizi.
Un primo valore del libro è dunque quello di fornire delle ragioni per comprendere come la narrazione evangelica sia il racconto di eventi realmente accaduti. Ma le pagine più belle sono quelle in cui il Papa teologo mette in luce particolari sfaccettature degli episodi raccontati nel Nuovo Testamento. Come ad esempio quando descrive l'atteggiamento di Maria al momento dell'annunciazione e a proposito della reazione di fronte alle parole dell'angelo – il passaggio dal turbamento al confronto interiore con la Parola ricevuta – osserva: «Maria appare una donna coraggiosa, che anche di fronte all'inaudito, mantiene l'autocontrollo. Al tempo stesso, è presentata come donna di grande interiorità, che tiene insieme il cuore e la ragione e cerca di capire il contesto, l'insieme del messaggio di Dio».
O come quando si sofferma sull'episodio di Gesù dodicenne ritrovato nel Tempio di Gerusalemme dai genitori che lo avevano perso di vita durante il viaggio di ritorno del pellegrinaggio della Pasqua. Maria e Giuseppe si accorgono della sua assenza soltanto dopo un giorno di viaggio. «In base alla nostra immaginazione, forse troppo gretta, della Santa Famiglia – scrive Ratzinger – questo fatto stupisce. Ci mostra, però, in modo molto bello che nella Santa Famiglia libertà e obbedienza erano ben conciliate l'una con l'altra. Il dodicenne era lasciato libero di decidere se mettermi insieme con coetanei e amici e rimanere durante il cammino in loro compagnia». Ai genitori preoccupati, a Maria che lo rimprovera, Gesù ritrovato ad ammaestrare i dottori del Tempio risponde: «Mi trovo proprio là dove è il mio posto – presso il Padre, nella sua casa… Non è Giuseppe mio padre, ma un Altro – Dio stesso. A Lui appartengo, presso di Lui mi trovo». «Può forse essere espressa più chiaramente – si chiede Benedetto XVI – la figliolanza divina di Gesù?».
Insomma un libro per tutti, che aiuta a prepararsi al Natale con lo sguardo e la profondità necessaria: proprio in quei primi piccolissimi passi, in quel nascosto evento accaduto nella periferica provincia dell'impero romano, così distante dalla grande storia, si manifesta l'inimmaginabile grandezza di un Dio che sceglie l'estrema debolezza, una grotta e una mangiatoia, per fare il suo ingresso nel mondo. Un Dio che condiziona la sua «joint-venture» per la redenzione dell'umanità al «sì» di una ragazzina. Il Dio che «ha rovesciato i potenti dai troni» e «ha innalzato gli umili».
Andrea Tornielli

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