La spudorata
leggerezza
della casta
lombarda

Er Batman volteggerà solo nelle stanze della Regione Lazio, ma sicuramente il Robin sa bene come muoversi tra le stanze del Pirellone.
Lo sconsolante elenco di cene, gadget tecnologici, prodotti gastronomici, materiale pirotecnico, munizionamenti per armi da caccia, soggiorni in hotel, videogiochi, balocchi, sali e tabacchi che i "nostri" consiglieri regionali si sono regalati con i nostri soldi è l'ennesimo abisso toccato da una classe politica che non perde occasione per gettar fango e discredito su se stessa. E sulle istituzioni che - indegnamente - occupa.
Dell'inchiesta sui rimborsi, onestamente, poco importa l'esito penale. Perché al netto degli eventuali reati commessi, ciò che sconforta è la spudorata leggerezza con la quale i "nostri" rappresentanti intasano di ricevute da farsi rimborsare gli uffici del Pirellone.
La vera domanda dell'inchiesta non è tanto quella usata cara ai diretti interessati, che la usano come scudo: sono state rispettate le norme? Bensì: perché dovremmo pagare noi una cena a un consigliere regionale e ai suoi ospiti? E perché dovremmo pagargli l'iPad, l'affitto delle sale per le convention, i biglietti da visita, le spese telefoniche?
Di più. Com'è possibile pensare che un amministratore che può permettersi - grazie alle norme sui rimborsi spese - una cena a base di ostriche o brindisi con champagne e Brunello di Montalcino sia in grado di comprendere il dramma di sopravvivere con uno stipendio da 1.200 euro al mese? Cosa ne sanno, lor signori, dei sacrifici per garantire i libri scolastici ai figli, del dramma per l'Imu, della stangata settimanale per fare il pieno all'auto? Nulla. E infatti i risultati della presunta "eccellenza" lombarda li testiamo quotidianamente, vittime di un sistema di trasporti dell'anteguerra o di infrastrutture quotidianamente al collasso.
A ben vedere la lista della spesa dei consiglieri regionali è la vera carta d'identità di una Regione che prima si diverte con i videogiochi del Trota e sguazza nel lusso con gli aperitivi al Principe di Savoia della Minetti, salvo poi fare i conti con sorprese ben più amare degli ovetti Kinder anche quelli pagati da noi per garantire «il funzionamento del gruppo consigliare».
Paolo Moretti

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