Silvio
lo stratega
del corpo
eterno

  Il ritorno della mummia, così titolava giorni fa la prima pagina del quotidiano francese Libération che mostrava una foto di Silvio Berlusconi in un'espressione particolarmente corrucciata.
Parlare di "mummia" riguardo all'ex Presidente del Consiglio italiano non è solo una boutade, ma coglie qualcosa di profondamente vero.
Anni fa circolava la voce che una linea elettrica di grandi dimensioni fosse installata nella Villa di Arcore per alimentare il mausoleo che il tycoon televisivo ha fatto erigere con il contributo dello scultore Pietro Cascella, luogo postmortem ricco di simboli massonici. Secondo questa leggenda metropolitana si tratterebbe dell'energia necessaria per far funzionare una macchina atta a ibernare il corpo del leader politico, e quello dei suoi cari, in attesa di nuove terapie per prolungare ad libitum la vita.
Con ogni probabilità è, appunto, solo una leggenda, una fantasia; tuttavia il suo contenuto inconscio coglie nel segno riguardo un aspetto della personalità del tycoon televisivo. Berlusconi non sembra volersi rassegnare a un declino politico che è un dato inevitabile della stessa esistenza dei leader nel corso della storia repubblicana. Questo è un elemento caratteriale, psicologico, che trova tuttavia nell'ossessione per il proprio corpo la sua più profonda spiegazione.
La scorsa estate un articolo descriveva nel dettaglio in cosa consistesse il trucco assai complesso cui ricorre Silvio Berlusconi per nascondere il degrado fisico.  I capelli sono collegati alla potenza virile. Quando ha cominciato a perdere i capelli, cosa che ha corrisposto alla sua ascesa economica, e soprattutto politica, Berlusconi ha temuto per la sua capacità di seduzione. Perciò ha provato con il riporto, con il trapianto, con il trucco. Con gli interventi estetici il padrone della televisione commerciale, nonché leader politico, ha reso "mortale l'immortalità", secondo una formula usata da Zygmunt Bauman. Il materialismo pratico è un dato incontrovertibile della sua personalità. Il titolo del giornale francese coglie perciò nel segno, anche se si tratta prima di tutto di un giudizio politico. La conservazione a oltranza del corpo, la mummificazione del leader, è stata praticata per Lenin, Stalin, Mao, anche se nel loro caso ciò che perdura è il Sistema, il Comunismo, non la singola persona (sono dei Santi dell'ideologia). Più modestamente, ma più ambiziosamente, Berlusconi tenta la mummificazione in vita, dato che per lui la morte è impensabile, se non come continuazione della vita stessa. Un accanimento terapeutico, se così si può dire, che si manifesta anche con l'apparizione recentissima della nuova fidanzata ufficiale, la giovane Francesca Pascale. Il corpo è perciò l'elemento primo della politica di Berlusconi, il suo principale strumento. Più dei programmi politici, più delle idee sulla società, più ancora del suo materialismo pratico, la politica del corpo è il vero fine della sua azione privata e pubblica.
Marco Belpoliti

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