Storie
vere
di stupidi
crimini

  Non è facile scherzare su crimini e delitti. Soprattutto in un momento, quello delle festività natalizie, in cui vorremmo ricevere soltanto buone notizie; e poi perché in ogni reato c'è almeno una vittima, per lo più innocente.
Ma se la regola vale in assoluto per quei gesti che il codice definisce "contro la persona", qualche spazio in più possiamo trovarlo quando a essere offesa è la "proprietà": in fondo, Totò che cerca di vendere la fontana di Trevi non può che strappare un sorriso, e l'ingenuo che pensa di fare un affare, per poi ritrovarsi un "pacco", non suscita tutta la nostra simpatia. Nel farvi i miei migliori auguri, vorrei allora proporvi una specie di hit parade per sorridere, la "top five" dei criminali più stupidi al mondo, dove la gerarchia è del tutto arbitraria, considerata l'eccellenza di ciascuno dei protagonisti. 
Posizione numero 1
Charles A. Meriweather ha appena diciott'anni, quando fa irruzione in un appartamento di Baltimora.
La notte tra il 22 e il 23 novembre del 1978, il ragazzo aggredisce la proprietaria della casa, la immobilizza e poi si mette a cercare denaro e oggetti di valore.
Quando scopre che la donna ha in casa solo 11 dollari in contanti, va su tutte le furie e, minacciandola con un coltello, le chiede in che modo sia abituata a pagare i suoi conti. La vittima risponde che di solito usa gli assegni, e allora Charles le chiede di compilargliene uno per 30 dollari.
Poi ci ripensa e dice che è meglio fare 50.
In preda al panico, senza pensare all'assurdità della richiesta, la donna gli chiede a chi debba intestare l'assegno, e lui, tranquillamente, risponde: a "Charles A. Meriweather".
Nell'uscire dall'abitazione, Charles lancia un ultimo avvertimento alla malcapitata: "Meglio che non strilli, e che per un po' non ti muovi, altrimento torno e te la faccio pagare".
Meriweather viene arrestato poche ore più tardi.
Posizione numero 2
Nel 1977, a Southampton, in Inghilterra, un ladro, rimasto anonimo, sperimenta un modo pulito per svuotare la cassa del supermercato.
Si avvicina all'uscita dopo aver riempito un cestino di generi alimentari. Quindi estrae una banconota da dieci sterline, e appena l'addetto apre la cassa per dargli il resto, lui infila la mano e afferra tutto ciò che trova.
Più tardi scoprirà di avere raccolto in tutto 4 sterline e 37 penny, lasciando in mano al cassiere le sue dieci, con una perdita secca di più di 5 sterline.
Un vero affare!
Posizione numero 3
Clive Bunyan fa irruzione in un negozio a Cayton, nei pressi della città inglese di Scarborough,  e costringe il commesso a consegnargli l'incasso della giornata.
Durante la rapina ha tenuto addosso un casco da motociclista, e con il denaro in tasca, salta a bordo di una moto e fugge, facendo perdere le sue tracce.
Un modo eccellente per non essere riconosciuto, se no fosse per un particolare.
Si era dimenticato che sul retro del casco, a grandi lettere, aveva fatto incidere le parole
"Clive Bunyan - Driver".
Bunyan, arrestato, viene condannato da un giudice benevolo a svolgere duecento ore di servizio gratuito in favore della comunità.
Posizione numero 4
Nel 1985 Dennis Newton affronta il processo per l'accusa di rapina a mano armata, avvenuta a Oklahoma City. Nel corso del dibattimento, il sostituto procuratore distrettuale Larry Jones chiede a uno dei testimoni, il responsabile del negozio assaltato, se sia in grado di indicare l'autore del reato.
Quando Newton si vede additato dall'uomo, balza in piedi e grida: "Avrei dovuto staccarti quella testa di…".
Dopo un momento di allibito silenzio, aggiunge "Se io fossi stato la persona che ha commesso la rapina".
Poche ore di camera di consiglio e la giuria comunica il suo verdetto: 30 anni di carcere.
Posizione numero 5
Chiudiamo la classifica con un caso "nostrano".  Tra le tante vicende bizzarre che ho incontrato ce n'è una in particolare che può far sorridere, anche se non tanto legata alla stupidità di un criminale, ma piuttosto alla stravaganza del caso.
È avvenuta pochi anni fa, in Lombardia, quando un giovane, col volto coperto e un taglierino in mano, è entrato in una banca intimando all'impiegato di consegnargli tutto il denaro che aveva in cassa.
Naturalmente si era portato via solo poche centinaia di euro, ma era soddisfatto, perché convinto di non avere corso grossi rischi.
Non aveva fatto i conti con una vecchietta terribile, che stava proprio dietro di lui.
La donnina non si era spaventata, forse nella vita ne aveva viste di peggio, piuttosto aveva notato che l'uomo aveva bisogno di un buon shampoo, perchè il minimo movimento provocava una nevicata di forfora.
Era bastato questo agli investigatori: un sospetto lo avevano già, ma il DNA, ricavato dalle scaglie perdute, era la prova certa di cui avevano bisogno.
Quando l'hanno arrestato e gli hanno raccontato che doveva ringraziare quella simpatica vecchietta che stava dietro di lui, il nostro rapinatore si è lasciato andare a frasi irripetibili.
Massimo Picozzi

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