Rendendo decisivo il ruolo del Professore la cui lista, nel frattempo, promette di cannibalizzare quelle di Casini e di Fini. Lo scenario appare così tutto in movimento. La maratona notturna del Cavaliere con i vertici del Carroccio ha prodotto un risultato praticamente obbligato, come ha spiegato il segretario leghista ai suoi: senza l'intesa, Pdl e Lega sarebbero stati destinati ad una sconfitta certa. Ciò non significa che siano state risolte le incomprensioni: l'ipotesi di una premiership Alfano, con Berlusconi all'Economia, è stata prontamente rintuzzata da Maroni con la candidatura di Tremonti a palazzo Chigi. Sono schermaglie che sottolineano più le distanze che rimangono tra alleati costretti a convivere che ipotesi realistiche. In realtà tutti sanno che il centrodestra non spera nella vittoria ma piuttosto nella conquista delle regioni strategiche del Nord e di un ruolo di interdizione al Senato.
È una novità di rilievo. Tre grandi regioni governate dalla Lega (Piemonte, Lombardia e Veneto) potrebbero dare vita - secondo Maroni - all'Euroregione del Nord, il primo nucleo di una sorta di Baviera italiana. L'accordo con il Pdl prevede che il 75 per cento delle tasse resti nelle casse delle regioni al termine di una nuova riforma federalista. Ma anche se ciò non dovesse accadere, è chiaro che l'asse nordista costituirebbe un problema per un futuro governo di centrosinistra. Non è chiaro se l'obiettivo di Berlusconi sia quello di perseguire per questa via una nuova grande coalizione che lo tenga in gioco o piuttosto un condizionamento esterno per poi tornare al voto in breve tempo: ma in entrambe le ipotesi per il centrosinistra si profilerebbe una vittoria di Pirro.
È quello che intuisce Nichi Vendola quando si augura che i super ricchi vadano all'inferno una volta per tutte e definisce «spaventosa» l'idea di un'intesa Bersani-Monti. Il leader di Sel accusa il Professore di essere un massone artefice di un disegno teso a imprigionare il progressismo italiano nella tela di ragno delle logge massoniche: e fa sapere che con i suoi voti la strada non sarà mai praticabile. Anche perché la sinistra si prefigge di abolire l'Imu e di ridimensionare il peso del fisco sulle fasce più deboli.
Questa storia dell'Imu comincia ad essere curiosa. Adesso, come osservano da destra e da sinistra, anche Monti si prefigge di cancellarla dopo aver aspramente criticato Berlusconi che è stato il primo a parlarne. Probabilmente perché si tratta di un ponte possibile per agganciare il Pd di Bersani.
Perfrancesco Frerè
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