Ora si apre anche il fronte dei sindaci decisi a premiare chi rinuncia a facili guadagni di fronte alla disperazione delle famiglie.
Questo è il fatto nuovo e che potrebbe rivelarsi decisivo. Il fronte l'ha aperto il comune di Costa Masnaga: ai bar che rinunceranno ai videopoker, verrà concessa una diminuzione dell'Imu. Proposta raccolta dal sindaco di Mariano Comense: «Sconto sull'Imu? Ottima iniziativa si può fare». Il primo cittadino di Como ha dichiarato di pensare ad una qualche forma di premio o di bonus. Aspettiamo solo di sapere quale e forse, questa della tassa sugli immobili, potrebbe essere la strada giusta. A Pavia 140 sindaci hanno firmato un manifesto per una legge di iniziativa popolare.
Insomma, di fronte al silenzio connivente di uno Stato biscazziere, si muovono le amministrazioni locali, i primi cittadini, stanchi di vedere centinaia di famiglie rovinate e non più disposti e cedere all'indifferenza. Non è un problema politico, non può essere la paura magari di incrinare i rapporti con le associazioni dei commercianti, a frenare questa battaglia. Di fonte ad un'emergenza sociale di tale portata, il silenzio e i tentennamenti, non sono più ammissibili. Le forme possibili sono tante: dalla diminuzione dell'Imu, alle agevolazioni fiscali. Sicuramente i Comuni devono assumersi la responsabilità di riconoscere, anche in termini economici, la decisione dei commercianti di rinunciare a guadagni certi e consistenti, in nome di una battaglia di civiltà.
Ogni bar che rinuncia alle slot lo motiva. «Le macchinette non sono in sintonia con il nostro stile di vita. Non cediamo alle pressioni dei fornitori». «Nonostante siano in tanti a prometterci facili e consistenti guadagni, noi pensiamo che non possa esistere soddisfazione lucrando sulla rovina degli altri». «Non vogliamo più vedere i nostri clienti, magari anche i nostri amici, ridotti alla disperazione». «Siccome ci sono grandi introiti il governo chiude un occhio su chi si rovina. Io non voglio fare così, io non voglio i soldi frutto della disperazione».
Non solo numeri dunque ma una coscienza reale di un'emergenza sociale che non risparmia nessuno e che riguarda tutti. I baristi, come i sindaci dei paesi, conoscono nome per nome, volto per volto, le persone che vendono la speranza ad una macchinetta mangia soldi. Conoscono gli uomini, le donne e le loro storie. Ed è per questo che sempre più numerosi, hanno deciso di dire basta. Il cammino è tracciato, il segnale è chiaro: questa è una battaglia possibile e che si può vincere. E alla fine anche lo Stato biscazziere dovrà farci i conti.
Massimo Romanò
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