Camminare e scoprire
tra passato e futuro

Si nasce / non soltanto per morire / ma per camminare a lungo, / con piedi che non conoscono dimora, / e vanno oltre ogni montagna. Basterebbero questi versi di Alda Merini, che ha scavalcato l’Everest del manicomio aggrappata al piccone della sua poesia, per dire quanti valori, letterali e metaforici, si possono nascondere in un passeggiata.

Ora che la riscoperta lenta, attraverso i piedi, gli occhi e il cuore, del mondo che ci circonda, è diventato tema per libri bellissimi di filosofi, poeti e scrittori (come Tiziano Fratus e Luigi Nacci intervenuti di recente dalle nostre parti), Como e il suo territorio possono rivendicare di avere avuto un ruolo pionieristico in questo processo di riumanizzazione che passa attraverso la fatica, l’osservazione, la condivisione e la scoperta.

Se questo 2016 è stato proclamato dal governo “Anno nazionale dei cammini” è perché vent’anni fa esatti un’associazione comasca, Iubilantes, ha cominciato a mettere un piede davanti all’altro e a costruire una rete italiana e internazionale di “novelli pellegrini”. Ma in questi vent’anni, e soprattutto negli ultimi due e ancor di più in quello in corso, le passeggiate che si sono moltiplicate tra il Lario e la Brianza hanno assunto nuovi e interessanti significati, stanno connettendo, passo dopo passo, le tradizioni antiche delle nostre terre con la visione di un futuro votato al turismo culturale, stanno contribuendo a mappare, studiare, conservare e recuperare scorci straordinari del nostro paesaggio, stanno riportando la poesia, l’arte, la storia, la musica e il cinema, che di volta in volta le accompagnano o le caratterizzano, in mezzo alla gente. E la gente, quell’ammasso indistinto che nei sondaggi e nell’immaginario collettivo sembra votata al suicidio intellettuale a forza di reality show e gossip servito a tutte le ore da vecchi e nuovi media, risponde numerosa. Esce, cammina, ascolta, scopre, sta insieme. Si diverte, persino.

La Camera di Commercio ha fatto la sua parte raccogliendo spunti per itinerari possibili in una serie di guide tematiche. Lo stesso vale per tanti altri attori del Comasco. Un giornale, come è “La Provincia”, che vive con e per il territorioe i suoi abitanti, non poteva che farsi coinvolgere, e mettere in campo le proprie competenze, in questo cammino collettivo. Così, dopo le Passeggiate creative “Sulle orme dei grandi”, avviate lo scorso marzo da chi scrive con 500 persone che si inerpicarono a piedi da Como a Brunate lungo la mulattiera cui il “Padre mio” della Merini deve la sua stessa esistenza (senza quei 1630 scalini di pietra che nel 1817 aprirono un percorso tra i boschi, difficilmente il conte di Como Giovanni Merini avrebbe conosciuto la contadina brunatese Maddalena Baserga e dato alla luce nel Balcone sulle Alpi il piccolo Nemo, papà di Alda), ora il nostro/vostro quotidiano si è impegnato direttamente a esplorare la Brianza in sei passeggiaste poetiche autunnali.Un’iniziativa promossa dai Comuni che hanno costituito il distretto dell’attrattività Expo green Lands (Erba, Albavilla, Orsenigo, Alserio, Albese con Cassano, Pusiano, Ponte Lambro, Eupilio, Montorfano, Merone, Lambrugo, Lurago d’Erba e Inverigo) e che vuole essere un primo passo per mettere in rete le decine di associazioni, volontari, ricercatori, e anche di talenti creativi a 360 gradi, che sono cresciuti in questi anni nei diversi paesi. Per condividere, promuovere e far crescere le tante piccole grandi scoperte che ciascuno ha fatto e valorizzato, i tesori custoditi e restaurati, le stratificazioni di storie, vite e attività delle innumerevoli generazioni venute prime di noi e da cui in parte dipende il futuro di quelle che verranno. E, in qualche caso, anche i personaggi, che sono stati testimonial, come si dice oggi, di queste terre ben prima dei vip cinematografico-televisivi-facebookiani di oggi. Tipi come Virgilio, Paolo Diacono, Stendhal, fino a uno dei maggiori poeti italiani viventi, Giampiero Neri.

Se c’è qualcosa che accomuna i sei itinerari proposti in queste settimane è la sensazione di camminare tra passato e futuro (dallo storico borgo di Villincino d’Erba che si è ripopolato senza perdere le sue caratteristiche, teatro della prima passeggiata di sabato scorso, fino alla “via del fiume e del lavoro”, percorso di archeologia industriale lungo il Lambro che chiuderà la serie il 19 a Ponte Lambro).

È anche un cammino tra opposte e complementari caratteristiche di quella Brianza al centro di una diatriba quando uscì nei cinema “Il capitale umano” di Paolo Virzì: il mito della “fabbrichetta” e quello del “vago Eupili” di pariniana memoria sono due facce della stessa medaglia. Ora sta a noi decidere da quale parte voltarla. Sembra un buon segno il fatto che dalle cave di una cementeria sia nata un’oasi con due laghetti, quella di Baggero. E come non notare (lo vedrete anche voi, se parteciperete all’itinerario del 12 novembre) che l’Isola dei Cipressi è diventata proprio come la sognava Stendhal quando la immaginava “in mano a ricchi borghesi”, invece che a nobili disinteressati: “un incantevole giardino”. E quei “borghesi” l’apriranno a tutti, come altri hanno aperto le corti di Villincino e (domani) i crotti di Albavilla. Dimostrazione concreta che la capacità di accogliere esiste anche a queste latitudini. Che un futuro di polo turistico-culturale di prim’ordine è più che possibile, sia per il Lario che per la Brianza. Il paesaggio straordinario c’è. Il resto dipende da noi, tutti.

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