Con l’Ordine un viaggio
fino all’eden ritrovato

Viaggiando si impara. Meglio se a piedi, in treno o in bicicletta, almeno per una parte significativa dell’itinerario che si è scelto. E l’estate, per i più, è il momento migliore per concedersi quello che dovrebbe essere un diritto/dovere di ogni essere umano, e invece sta diventando un “lusso” per pochi privilegiati o ostinati resistenti: quello della scoperta.

Su “L’Ordine” in edicola domani troverete qualche spunto non solo su dove andare ma, soprattutto, su come, inteso sia come mezzo di trasporto non convenzionale, sia come approccio spirituale e culturale al viaggio. C’è un mondo da (ri)scoprire là fuori. Se si è davvero curiosi è ancora possibile trovare, oggi, il Paradiso perduto. Lo ha fatto lo scrittore e disegnatore Luca Novelli percorrendo il “Ponte di Adamo”, la lingua di terra riemersa dall’Oceano, che collega l’India con l’isola dello Sri Lanka. Quella attraverso cui il primo uomo avrebbe lasciato l’Eden. Di sicuro quella che permise di raggiungere una sorta di Eden ai primi uomini giunti dall’Africa, oltre 20mila anni fa, mentre la glaciazione colpiva il Mediterraneo.

Oggi il clima è cambiato e le rotte delle migrazioni si sono invertite. Un altro scrittore, Stefano Valenti, ha raccolto per noi la testimonianza di un ragazzo che ha impiegato tre anni, e ha compiuto un’incredibile odissea, per raggiungere l’Italia dal Senegal e ora vive in Valtellina. Dice che «il caso appena fa la differenza tra quelli che annegano e quelli che si salvano. Ogni migrante che arriva è un vivo e un morto al contempo».

A proposito dei mezzi di trasporto “lenti” di cui si diceva, e che aiutano a imparare di più dei paesaggi che si attraversa, ma anche di se stessi, vi proponiamo un’intervista a Sarah Baxter, giovane giornalista e scrittrice di viaggi inglese, che invece di “bruciare” le sue avventure su un blog, ha compilato due ponderose storie del mondo, rispettivamente, “in 500 camminate” e, ora, “in 500 viaggi in treno”. Alberto Fiorin, il più prolifico divulgatore e promotore italiano di un mondo ciclabile, ci porta per 500 chilometri attraverso la Germania medievale sulla Romantische Strasse, mentre Nicolò Giraldi, cammin/scrittore, affronta a piedi uno dei confini più bistrattati dalla Storia, quello tra l’Italia, la Slovenia e la Croazia: tra Caporetto e le foibe, tra fascisti e comunisti, trova la via per riscoprirci tutti, egualmente, umani. E la indica, a chi avrà la voglia di seguire i suoi passi, per una vacanza diversa, su quel Carso di ungarettiana memoria. I piedi sono anche il mezzo migliore per comprendere i luoghi in cui viviamo: Mattia Mantovani ha tradotto per “L’Ordine” il reportage che un grande intellettuale svedese, August Strindberg, scrisse nel 1884 dopo aver camminato per l’antica via che collegava Como con Blevio, tra scorci di lago e seterie. Un percorso ancora in parte rintracciabile e camminabile, alle spalle di viale Geno.

Non tutti avranno la fortuna di viaggiare, ma l’arte sopperisce anche a questo. La settima in particolare, quella che può catturare il movimento e quindi è la più adatta per raccontare storie “on the road”, come scrive il massmediologo Luca Toselli in un appassionato articolo dedicato al tema del viaggio nella storia del cinema.

Dall’archivio de “L’Ordine”, cui è come sempre dedicata l’ultima pagina, Elena D’Ambrosio ha ripescato una riflessione sul viaggiare che un grande autore, Vincenzo Cardarelli, scrisse per la nostra (allora della Diocesi) testata nel 1948. Si conclude con un’esortazione, di cui ci appropriamo, a seguire le parole di Baudelaire: «I veri viaggiatori partono per partire: / cuori leggeri, come palloni in alto vanno, / il loro corso mai vorrebbero smarrire, / dicono sempre “andiamo!”, ed il perché non sanno».

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