I contadini e la terra che diventa incontro

Tra i Contadini della Brianza che aprono Agrinatura Winter, c’è una donna che cattura l’attenzione. Si chiama Mariuccia, ha 83 anni e una memoria formidabile, spiegano i suoi compagni di avventura con affettuosa ammirazione.

Pochi metri più in là, si stanno scatenando i ragazzini: l’area all’ingresso di Lariofiere riempita di foglie e fieno si trasforma in una mirabile occasione di gioco. E ancora, non lontano, dietro i fornelli ecco i giovani chef riuniti per il consorzio “Brianza che nutre”.

Generazioni diverse, che si incontrano con naturalezza. La stessa con cui la terra sembra ritrarsi in questi mesi invernali, eppure in realtà quale fermento nasconde, una preparazione infaticabile delle meraviglie che successivamente potremo vedere al riaffacciarsi della primavera.

La terra che diventa ancora di più luogo di incontro tra giovani e meno giovani, tra diverse province, anche tra categorie. La vetrina dell’Esposizione universale ha senz’altro dato una mano all’agricoltura e l’ha sospinta sotto i riflettori con maggiore forza. Non le ha risolto i problemi, anzi. Perché come è stato sottolineato da più voci ieri, la crescita di un settore ha portato benefici più ad altri anelli della filiera, dalla trasformazione alla distribuzione.

Le aziende agricole, spesso minuscole, familiari, devono ancora stringere i denti, soffocare sotto pesi antichi e nuovi. E nel frattempo inventarsi forme diverse per sopravvivere, unendo ad esempio sempre più la vendita diretta, abbracciando il turismo, creando alleanze che le consentano di costruire un avvenire, nonostante tutto.

Ci sono le occasioni gigantesche, come Expo nei mesi scorsi. Ci sono i piccoli tentativi coraggiosi, come quello avviato ieri a Lariofiere, ancora una volta rivelatosi come un centro capace di far dialogare categorie e territori. Un ritagliare un’opportunità di mostrarsi e di rafforzarsi, anche in giorni particolari come questi del Ponte dell’Immacolata, ma strategici come strada tracciata verso le festività natalizie.

Mariuccia, la sua freschezza e il suo vestito impeccabile che riporta ad altre epoche. E i bambini che mettono da parte un attimo il tablet e scoprono la gioia di giocare tra le foglie, ma poi vanno anche a conoscere da vicino gli animali delle corti e delle stalle, scoprono profumi e sapori: sono due mondi che si incontrano. In mezzo, quei ragazzi immersi in prove tecniche di un mestiere, specchio di tanti giovani che si cimentano nei campi o nell’alimentare.

E diventano anche una straordinaria metafora di come solo ascoltandosi e scambiandosi esperienze, di come solo condividendo, si possa crescere.

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@MarilenaLualdi

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