Il ferro delicato
che forgia l’economia

Qual è il segreto di un perfetto ferro battuto, uno di quelli che sono fioriti nelle perle architettoniche di Como? La forza, sì, ma anche la delicatezza.

Due attrici della Brigata dei Novellatori di Cernobbio che hanno rappresentato la deliziosa storia della nascita di Villa Bernasconi durante la sera dell’innovazione hanno forse trasmesso meglio il segreto per cui l’economia è donna.

Non tutta, si intende. E anche se ogni anno si pubblicano inchieste che dovrebbero fungere da consolazione (o contentino) per le signore, il potere femminile nelle nostre imprese o la parità di trattamento nelle condizioni di lavoro spesso non sono proprio così plateali.

Ma le donne contano e ciò viene raccontato al di là dei numeri che sono il primo strumento utilizzato per fotografare la realtà. Ciò che colpisce, ciò che differenzia forse, è la crescita costante delle loro attività in tempi duri, della loro inventiva, a volte soltanto delle loro caparbietà in ogni ambito lavorativo. Persino quando decidono di lasciare il posto di una vita, come è accaduto di recente con la vicenda Sisme.

Proprio a Cernobbio, durante il dibattito di Urbano creativo, sono scaturite con naturalezza ed emozione (l’emozione di cui le donne non si vergognano, senza riferimenti ai pianti di qualche rappresentante politico) testimonianze che scardinano tante convinzioni diffuse ancora nella nostra società.

Una tra le più solide, subito sfatata. Non è vero che le donne si remano contro reciprocamente, bensì sanno fare squadra. Nei momenti difficili, come è avvenuto con le operaie Sisme nei giorni precedenti alla soluzione della vertenza e nella stessa seduta in tribunale a Como. In quelli entusiasmanti, dove si corrono a dividere le gioie, magari anche a colpi di tweet.

Poi l’innovazione, appunto. Perché appartiene alle giovani come alle meno giovani? Ma perché è dall’inizio del mondo che le donne sono abituate a essere flessibili, che escogitano nuovi modi per risolvere vecchi problemi, improvvisamente ingestibili di primo acchito, o per affrontarne di nuovi. Lo hanno sempre fatto con la famiglia, ma non solo. Tante attività sono andate avanti grazie alle donne; solo che non si facevano notare nel momento apparentemente più importante, quella della vetrina. Il loro potere non era siglato su un documento ufficiale o nell’intervista alla tv, bensì nel lavoro costante e in sordina.

Non comparivano, ma c’erano e contavano nei fatti, più che nelle sfilate. Adesso il loro ruolo viene riconosciuto maggiormente, acquista una visibilità differente. Il coraggio, però, è quello antico, che si è sempre nutrito di piccole e grandi crisi per batterle e per andare avanti.

Una forza che si accompagna alla delicatezza: guai dunque a scambiare quest’ultima per debolezza.

Questo e molto altro ci hanno raccontato le imprenditrici, le manager, le operaie e anche le disoccupate, che ci hanno parlato e che ci hanno scritto. Con un altro dato emergente: le donne restano sempre giovani e non hanno bisogno neanche del lifting per rimanerlo. È quella loro curiosità che rinasce, è la passione che osserva un muro solo per capire come scavalcarlo, è la consapevolezza di esserci già passate e di potercela fare, ancora una volta. Uscendone solo più forti.

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