Le aziende, un’aula
di sorprese per tutti

Vostre: questo aggettivo possessivo rimane per un istante soltanto. Il provveditore (lo chiamiamo impropriamente così, come è venuto spontaneo anche ad alcuni imprenditori) Claudio Merletti riferendosi alle aziende passa rapidamente a un più sentito “nostre”.

Non è solo per rafforzare la comunanza di impegno e intenti tra imprese e scuola, in un settore delicato come l’orientamento. Il dirigente provinciale vuole comunicare qualcosa di più forte: le aziende sono il cuore di Como, come le scuole. Un unico terreno, dove si semina e si raccoglie, in fondo un’operazione simile a quella che avviene nei campi. Perché bisogna gettare i semi più volte nel corso di un’esistenza lavorativa - l’aggiornamento, tanto prezioso - e perché ci vuole tanta tenacia per domare il cielo della crisi.

Le imprese dove servono persone preparate e motivate, le imprese che sono in mezzo a noi e alle nostre vite, ma talvolta - complice il trasferimento spesso nelle zone più decentrate seguendo le indicazioni dei tempi - sembrano così distanti. Che si conoscono poco.

Con il progetto orientamento si smorza questa lontananza. Che oltre che ingiusta, rappresentava un serio problema.

Come si può spiegare a un ragazzo, incerto sui suoi talenti e sul futuro, che in un’azienda grafica comasca maneggerà attrezzature che in Germania usano gli ingegneri? Come si potrà comunicargli che non sarà alle prese con procedimenti automatici - per anni stupidamente considerati da qualcuno persino avvilenti - ma che le sue mani dovranno essere anche intelligenti?

A Graziano Brenna, vicepresidente di Unindustria Como, abbiamo chiesto se ci sia stupore da parte dei professori oggi, come da parte dei ragazzi arruolati nei progetti di orientamento, quando varcano la soglia di un’impresa.

Sì certo, è la risposta. Entrano in una tintoria e scoprono un mondo che non si aspettavano. Entrano in un’azienda dove parla il legno e si trasforma, senza nascondere uguale entusiasmo. Ma ogni capannone diventa un mondo da scoprire, un luogo quasi magico, dove le sorprese non mancano.

È vero appunto per gli studenti, non lo è di meno per gli insegnanti che a loro volta hanno un’occasione d’oro: quella di trovarsi più a contatto con una realtà che è collegata alla loro, che vuole ascoltare e parlare, scambiare informazioni.

Le scuole professionali stanno vivendo un periodo estremamente positivo, tanto che le iscrizioni sono da record. Gli istituti tecnici vivono una seconda giovinezza.

Ma non è solo questione di cifre, come è stato ribadito ieri al Tavolo interassociativo: è piuttosto opportunità di lavorare nel segno di quell’unità che Como ha dimostrato su più fronti. E nel campo della scuola lavorare insieme vale doppio. Perché consente di seminare nonostante il maltempo della crisi continui a imperversare e a infliggere le ferite quotidiane sotto i nostri occhi.

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