Nascosto e prezioso
Un settore che sboccia

Sotto i riflettori resta pochissimo, eppure sta crescendo.

In silenzio, come ciò che semina: quando la natura diventa anche metafora dell’economia. Se si ricorda che il florovivaismo vede Como al secondo posto in Italia, può destare sempre un po’ di stupore.

Ma come - è la reazione che si registra spesso - il Lario non è il regno del tessile e dell’arredo? Sì, certo, ha i suoi settori trainanti e distintivi. Proprio in queste ore il rapporto della Camera di commercio milanese rivendica ad esempio il peso del manifatturiero, più consistente nel Comasco rispetto alla media regionale.

Ma esistono anche settori nascosti e preziosi, proprio come il florovivaismo. Non importa se non si fanno notare: esistono e ci stanno affidando un messaggio importante.

Così non bisogna meravigliarsi, se Milano per far rifiorire piazza Duomo si affida a un’azienda di Carugo: ed è solo l’ultimo esempio da sottoporre all’attenzione. Fa poco rumore, come quel seme di cui con pazienza si attende la crescita, questo settore. Nello stesso tempo, ha voce per raccontare tante storie che trasmettono speranza in una fase ancora delicata come questa per l’economia e per le famiglie.

Il florovivaismo a Como si ritaglia un posto sempre più vivace: non è soltanto una moda, ma un fenomeno che trova una collocazione evidente in questi ultimi anni. La crisi ci ha tolto molto, restituendoci però qualcosa contemporaneamente, se lo vogliamo. Come il desiderio del bello e la volontà di cimentarsi ancora con la terra e i suoi miracoli quotidiani. Non sono prodigi che piovono all’improvviso, perché pochi mestieri richiedono una costanza e una capacità di sacrificio come questo e l’agricoltura in generale. Non ci si ferma mai veramente, non si può rimandare un intervento, non ci si può prendere una pausa o una vacanza come gli altri.

Eppure ciò che offre questo tipo di lavoro, ricompensa in altre maniere. Nell’economia che è esplosa con la bolla finanziaria (e i valori deviati alla base), i colori, i profumi e i sapori conquistati con dura fatica portano una risposta convincente.

Lo sussurra il florovivaismo con la sua crescita, dimostrata anche dal crescente interesse dei giovani. Se sempre più ragazzi bussano alla Fondazione Minoprio, è perché credono in un futuro in questo campo.

Certezze antiche, che tornano nuove o che forse non sono mai scomparse veramente, me le abbiamo lasciate sfumare nel silenzio.

Lo stesso successo di “Orticolario”, ogni anno capace di attirare visitatori sempre più da lontano sulle rive del lago, è una conferma in questo senso. È la vetrina, l’occasione di mettere in mostra molto di ciò che si riesce a fare da queste parti e non solo.

La rivincita del bene sudato contro l’effimero che ci ha lasciato troppe ferite. E della stessa bellezza, che sotto altre forme - vedi l’arte e la cultura, specchio della natura - può davvero contribuire a salvare il mondo.

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