Noi giovani e la città,
coraggio seguiteci

Ieri – 14 luglio 2015 – è nato ufficialmente Wow Festival. Wow è un progetto nato da un gruppo di 10 professionisti under 35 comaschi che, stanchi di vedere inespresse molte potenzialità culturali del nostro territorio, hanno deciso di dare vita ad una proposta che può rappresentare un piccolo cambiamento nel disegno futuro della città.

Wow è un festival musicale e, al contempo, una nuova modalità di fare cultura e intrattenimento a Como; sul lungo lago e, più precisamente, in quella meravigliosa scenografia naturale - invidiataci da tutti - compresa tra il Tempio Voltiano e il Monumento ai Caduti. Un luogo magico, illuminato dalle luci della città, dallo scuro delle montagne e dal riflesso del lago, che accoglierà, a settembre, spettacoli musicali di altissima qualità e una proposta di intrattenimento diversificata - street food, incontri letterari, workshop, dirette radio - concepita per richiamare pubblici diversi, giovani e meno giovani, comaschi e non, e per valorizzare un’area cittadina che già negli anni ’30 era stata individuata da illustri architetti come il polo cittadino dello svago e dello sport.

Oggi ripartiamo da quell’idea progettuale con il deciso proposito di costruire un disegno di città del futuro, dove l’intero lungo lago diventa uno spazio pedonale da fruire in tutta la sua carica paesaggistica e da valorizzare con proposte culturali che possano far diventare quella zona del centro storico cittadino un polo di intrattenimento di richiamo nazionale (e, perché no, internazionale) e pure un motore di sviluppo economico del territorio. Il successo di Lugano dista soli 50 chilometri. Altre sono le condizioni istituzionali ed economiche del Cantone Ticino, ma identico - se non maggiore - è il potenziale paesaggistico e scenografico. Dobbiamo crederci insieme, istituzioni pubbliche e forze economiche private; il nostro progetto non può rimanere un tentativo isolato, ma deve diventare occasione per una più ampia prospettiva di crescita, tanto più ora che Como ha il grande obiettivo di diventare Capitale della Cultura Italiana.

Come giovane operatore culturale che da alcuni anni lavora in città con il progetto Marker e con le attività formative dell’associazione L.A.L.T.R.O., sono convinto di assistere ad un particolare periodo storico per il nostro territorio. Marker, nel suo piccolo, ha provato ad accendere luoghi a cui troppo spesso non riserviamo la dovuta attenzione: Villa Bernasconi a Cernobbio, gli spazi di Piazza Verdi, l’Arena del Teatro Sociale. Forse siamo i più giovani; ma non siamo i soli.

Per una serie di fattori, negli ultimi anni sono nate e si sono intersecate iniziative culturali nuove, accomunate dal desiderio di sperimentare - con raro coraggio - nuove strade culturali e dalla consapevolezza di dover ridare vita a tanti luoghi cittadini dalle enormi potenzialità: il progetto Artificio con la recentissima riapertura del Chiostrino di Sant’Eufemia - ora Chiostrino Artificio - diventato in pochi mesi punto di convergenza delle più innovative proposte culturali comasche, le eccellenti attività di Mondovisione e del Teatro San Teodoro sul territorio canturino e brianzolo; il coinvolgimento vero e artisticamente impeccabile di tanti luoghi della città di Lake Como Film Festival; la nuova vita di Via Borgovico, riaccesa dai Musicisti di Como con il progetto Manifest, l’energia contagiosa trasmessa dagli studenti di Accademia Galli e dal suo team di giovanissimi docenti.

Questo momento di particolarissimo fermento rischia di svanire, di perdere slancio o, peggio, di perdere i suoi protagonisti se le istituzioni pubbliche e private non sapranno dare fin da subito un sostegno concreto a tanta energia giovanile: sostegno non solo economico (mai le risorse culturali sono state tanto ridotte come in questi anni di contrazione economica) ma anche progettuale, di coordinamento e di accompagnamento.

Como deve potersi giocare tutte le sue carte per diventare Capitale della Cultura. Ma - in questo caso particolare - non è tanto il risultato che conta, quanto il processo: valorizzare le proposte di noi giovani e darci le chiavi per disegnare il futuro della città. Le competenze e i risultati sono ampiamente garantiti. Ci vuole coraggio. Trovatelo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA