Non lasciamo soli i nonni
disarmati e indifesi

Purtroppo gli anziani non subiscono solo “le ingiurie degli anni” come canta Francesco Guccini nella bellissima “Il vecchio e il bambino”. Purtroppo gli esponenti della Terza età sempre più numerosi grazie ai progressi della medicina e al miglioramento delle condizioni sociali, diventano facile bersaglio della specie più odiosa dei malintenzionati: coloro che approfittano dei deboli che non possono difendersi.

L’episodio è accaduto a Como ma la location è irrilevante. Sarebbe potuto e potrebbe capitare a un’anziana coppia di qualunque altra città o paese. Lei e lui vanno si recano in banca a prelevare i soldi della pensione e vengono rapinati. La donna, ancora choccata, il giorno dopo sta male e finisce in ospedale. Per fortuna si salva, altrimenti sarebbe potuta essere la trama di un film quasi come lo sconvolgente “Un Borghese piccolo piccolo” di quel genio di Monicelli.

Purtroppo in una società che la crisi ha reso sempre meno indifesa, gli anziani lo sono due volte. Anzi di più. Per la loro fragilità. Per essere cresciuti in un secolo, il Novecento, di grandi tragedie ma con una società più coesa, quella delle famiglie patriarcali e dei quartieri dove si sapevano vita, morte e miracoli di tutti , si restava in casa con la porta aperta e i drammi della solitudine facevano davvero notizia perché erano rarissimi.

Pur privati del sostegno della rete sociale a cui erano abituati, gli anziani hanno mantenuto più degli altri una naturale tendenza a fidarsi anche degli sconosciuti che si accostano a loro con brutte intenzioni. Che li imbrogliano, li derubano senza scrupoli, senza rispetto e senza pietà. In un contesto sociale dove il senso di protezione è diventa sempre più labile, loro sono le principali vittime.

E purtroppo le persone avanti con gli anni non utilizzano e spesso non conoscono la tecnologia che potrebbe aiutarli, ad esempio, a non tenere ingenti quantità di denaro addosso o in un cassetto di casa. Spesso la Terza età ignora l’uso degli strumenti elettronici di pagamento. Per capirlo basta trovarsi in coda al bancomat dietro una persona anziana e vedere quanto è disorientata di fronte alle indicazioni del display e il tempo che ci mette a seguirle. Tant’è che si perde la pazienza. E invece con i nonni ne occorrerebbe più di da parte di tutti noi. Primo perché dovremmo essere loro grati per quanto hanno fatto per noi e fanno ancora (quanti di loro curano ancora i nipotini consentendo alle mamme e ai papà di lavorare e risparmiare la baby sitter?). E poi perché lì dove ora sono loro, se saremo fortunati, arriveremo tutti. Con le difficoltà, gli smarrimenti dei vecchi di Guccini che “non sanno distinguere il vero dai sogni” e “nel loro pensiero il falso dal vero” . E i delinquenti ne approfittano. Non lasciamoli soli. Sono il nostro passato ma anche il nostro futuro.

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