Turismo bene
Ma si deve fare di più

Più o meno trent’anni fa, quando il turismo a Como e dintorni cominciava a diventare un’opportunità, saltava sempre su quello che lanciava l’idea di portare qui uno di Rimini a insegnarci come si fa.

Adesso che è stato valicato il millennio è il fatto di attirare persone ed eventi è diventato una necessità. non sembra sia stata fatta tutta la strada che si sarebbe potuta percorrere. Per carità, il Pil prodotto è cresciuto in maniera rilevante, le presenze sono segnalate in aumento e anche le iniziative sul territorio per renderlo ancora più attrattivo si sono moltiplicate, la Camera di Commercio segnala il settore ai massimi storici nello scorso autunno. Ma l’impressione è che senza l’effetto Clooney e il riverbero della bellezza del nostro lago dovuto anche e forse soprattutto ai new media digitali che ti sparano in un secondo i panorami mozzafiato di cui disponiamo in ogni angolo del globo terracqueo, saremmo ancora più o meno qui a chiederci se non sia il caso di disturbare qualche operatore della riviera romagnola.

L’ennesimo indizio arriva dalle parole del presidente di Villa Erba, Cesare Manfredi, durante la sua relazione sullo stato dell’arte del polo espositivo al consiglio comunale di Cernobbio. Se volete potete trovare l’articolo a pagina 31. Qui proponiamo una sintesi utile ad avviare una riflessione.

Durante l’evento Ferrari, la presentazione dell’evoluzione di un nuovo modello da strada della casa di Maranello, mica pizza e fichi, ha detto in sostanza Manfredi, c’erano alcuni alberghi chiusi e comunque anche in quelli aperti, spesso non si trova posto e i prezzi delle camere sono fuori mercato.

Un’opinione certo, che va però considerata nel contesto: quello di Villa Erba, un’opera su cui il territorio comasco ha investito parecchio e che rientra a pieno titolo nella trasformazione economica che sta investendo la nostra realtà.

L’impressione è che sul turismo a Como e nel Comasco ci sia una regia che fatica a mettere a fuoco tutte le inquadrature.

Le varie branche dell’accoglienza e dell’ospitalità devono essere messe a reddito il più possibile per il presente e soprattutto il futuro di un territorio che si sta piano piano costruendo una nuova identità. Ecco perché le parole del presidente di Villa Erba, al netto della difesa del proprio orticello, meritano di diventare oggetto di riflessione.

Così come è auspicabile che si raggiunga l’accordo sull’apertura prolungata al pubblico delle dimore più belle del lago e che stanno registrando negli ultimi anni un’autentico boom di visitatori, in attesa dei lavori che trasformeranno villa Olmo e il suo parco.

Si ragioni sull’offerta ricettiva, che prima appariva carente dal punto vista qualitativo, e ora, a sentire Manfredi, avrebbe il problema opposto. Si prenda atto che le stagioni del turismo sono diventate molto più elastiche rispetto al passato, che il brand lago di Como continua a tirare nonostante i tentativi di penalizzarlo “spacchettando” il lago con un riforma che è un complimento definire surreale, che le risorse disponibili sul territorio sono molteplici e devono girare tutte al massimo per dare il più possibile. Il momento di farlo è questo. Perché occorre anche consolidare la tendenza di atto in modo da evitare di perdere tante occasioni in futuro. Como rifletta. E si faccia anche sentire di più in quelle sedi in cui sembra che ci si adoperi in ogni modo possibile per penalizzarci.

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