Erba, trattore abbatte obelisco
Paura davanti alla chiesa

Nessun ferito dalla colonna di marmo alta cinque metri. «Una fortuna, la piazza è sempre molto frequentata»

Un trattore ha abbattuto l’obelisco davanti alla parrocchiale di San Cassiano, nella frazione di Buccinigo. È successo verso le 9 di martedì 29 marzo.

Il monumento, alto cinque metri, è caduto verso l’ingresso della chiesa: per fortuna non c’era nessuno nelle vicinanze. Anche il conducente del mezzo agricolo ha corso un grande rischio ma può dirsi fortunato: la colonna è infatti caduta a una certa distanza dal trattore.

Don Alessandro Vismara, che si trovava nella sua abitazione posta sull’altro lato della piazza, è immediatamente uscito per constatare i danni insieme al conducente del mezzo agricolo, costernato per l’errore di manovra.

Il trattore è arrivato nella piazza della chiesa per errore: «Capita spesso che camion o automobili sbaglino strada - racconta Matteo Redaelli, collaboratore della parrocchia - perché al termine della piazza c’è un tunnel che passa sotto via Cantù, non è utilizzabile dai veicoli ma a volte i navigatori spingono i mezzi fin lì».

Quando si è accorto di essere arrivato in una piazza a fondo cieco, il conducente del trattore ha fatto manovra per tornare sui suoi passi.

«A quel punto ha urtato l’obelisco, che è caduto perpendicolare alla facciata della chiesa. Un bel danno, la colonna si è staccata nettamente dalla base».

L’obelisco è alto circa cinque metri, è composto da una colonna in marmo sormontata da una croce in ferro. «Fortuna vuole che in quel momento non ci fosse nessuno intorno al monumento. La piazza è molto frequentata, tanto dai fedeli quanto dai genitori che portano i bambini all’asilo di Buccinigo, a pochi metri di distanza sulla stessa piazza. L’obelisco è caduto dritto sull’aiuola, nessuno è rimasto ferito» ha aggiunto Redaelli

Il conducente del trattore è sceso immediatamente dal mezzo, costernato per quanto accaduto. Nel frattempo - richiamato dal rumore - è arrivato anche il parroco don Vismara, che abita dall’altro lato della piazza.

(Luca Meneghel)

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