Magreglio, come muore Bambi
«Non lasciate cani liberi nei boschi»

Il ritorno alle passeggiate nel verde mette in difficoltà i cuccioli: «Anche se non vengono attaccati poi la madre li abbandona. Ormai è un’ecatombe»

Tutti nella mente e nel cuore hanno la storia di “Bambi”, il cucciolo di capriolo con i suoi grandi occhi in grado d’intenerire diverse generazioni. E adesso purtroppo le foto dei due caprioli morenti a causa di un cane a Magreglio ricordano quello sguardo giovane, curioso e quasi rassegnato.

I caprioli sono stati trovati nel pomeriggio di martedì 2 giugno. Sono stati avvertiti i cacciatori locali, che fanno attività venatoria di selezione. Il problema è quello già ben conosciuto dei cani liberi e riguarda Magreglio come può riguardare diverse aree del Triangolo Lariano.

Ancora il 2 giugno un capriolo è stato predato da un segugio in Val d’Intelvi. «È avvenuto all’Alpe Grande, ma nelle ultime due settimane abbiamo registrato anche tre femmine con piccoli uccise, due da cani e una per investimento – spiega il comandante della polizia provinciale Marco Testa -. Tre animali persi ogni volta, tra mamma e i due cuccioli, è una ecatombe dall’avvio della “Fase 2”. Il 90% dei parti avviene a fine maggio inizio giugno e l’uomo e i cani sono tornati a frequentare i boschi proprio in questi giorni».

Spiega Riccardo Pozzi, coordinatore dei cacciatori del settore San Primo del Comprensorio alpino della penisola lariana: «Tutti gli anni ci dobbiamo confrontare con lo stesso problema e tutti gli anni ricordiamo che non si debbono lasciare i cani liberi nei boschi, a prescindere dalla taglia, dalla tranquillità o meno». Il cane in ogni caso spaventa la mamma e i piccoli, anche senza attaccarli. Poi la mamma abbandona i cuccioli.

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