«Mattia come le vittime del virus
Scomparso senza l’ultimo saluto»

In duecento oggi a Civenna per l’addio all’uomo annegato sabato nel lago del Segrino. Don Giovannoni: «Morire in un modo così improvviso ha reso ancora più triste il distacco»

Doveva essere una breve benedizione, un saluto quasi intimo, in realtà Civenna ha risposto in gran numero alla cerimonia di commiato per Mattia Gandola, annegato sabato scorso nel lago del Segrino: erano presenti quasi duecento persone.

Il parroco don Giovanni Giovannoni si è dilungato raccontando il Gandola conosciuto e facendo un parallelismo tra quanto accaduto al 47enne e le vittime del Covid-19, considerando l’addio repentino. Una benedizione toccante che è durata una quarantina di minuti.

Mattia sabato pomeriggio era al lago per godersi una giornata di sole con la compagna; verso le 18 un tuffo e la scomparsa nelle acque; la compagna lo aveva perso di vista solo per pochi minuti, distratta da delle famiglie di passaggio. Le ricerche sono iniziate subito, fino alla presenza di luce, ed erano riprese domenica mattina. Poi il corpo senza vita di Gandola è stato ritrovato poco dopo le 15 sulla sponda opposta rispetto a quella dove si è tuffato.

Questa mattina alle 10 nel cimitero di Civenna di Bellagio, paese che lo ha visto crescere, l’ultimo saluto. Il parroco don Giovannoni ha ricordato il momento particolare che stiamo vivendo.

«Non ci si può dare la mano, con le mascherine quasi non ci si riconosce – ha spiegato -. Abbiamo vissuto giorni difficili con immagini che ci resteranno nel cuore come i camion pieni di bare a Bergamo o il Santo Padre da solo in una Piazza San Pietro deserta. Quello che hanno in comunque quanto successo a Mattia e le molti morti di questi giorni è l’essere morti improvvise, senza un commiato, un saluto. E così è purtroppo ancora più triste il distacco».

(Giovanni Cristiani)

© RIPRODUZIONE RISERVATA