Mense scolastiche più “salate”: a Erba aumento di 60 euro per alunno. E a Como è polemica per l’incremento degli asili nido

Costi e aumenti. L’inflazione si fa sentire sui buoni pasto, la giunta li ha portati da 4,55 a 4,90 euro. Un incremento quasi dell’8%, mentre è rimasta invariata la spesa per il trasporto studenti

L’inflazione che sta erodendo il potere di acquisto delle famiglie non risparmia il mondo della scuola. La giunta comunale ha approvato le nuove tariffe della mensa scolastica, dagli asili alle medie, con un adeguamento Istat del 7,7 per cento: il singolo buono pasto costerà 35 centesimi in più, per tutto l’anno scolastico - tenendo conto delle vacanze di Natale - si andranno a spendere 60 euro in più per ogni bambino. Fino allo scorso anno, per i residenti, i buoni pasto costavano 4,55 euro per l’asilo e 4,75 euro per elementari e medie; per gli alunni non residenti, senza distinzioni, 5,10 euro. Le nuove tariffe sono rispettivamente di 4,90 euro, 5,10 euro e 5,45 euro. L’aumento, in termini percentuali, è del 7,8 per cento per gli asili, del 7,4 per cento per le elementari e medie e del 6,8 per cento per i non residenti.

«Più che di aumento - chiarisce l’assessore all’istruzione Anna Proserpio - è giusto parlare di adeguamento puro e semplice, legato all’indice Istat e previsto dal contratto con la società fornitrice. Non possiamo fare altro che prendere atto dell’aumento dell’inflazione, senza contare che tutte le maggiori spese di luce e gas verranno assorbite dal Comune e non ricadranno sulle famiglie: non siamo in grado di coprire anche questo incremento relativo ai buoni pasto».

Intanto a Como divampa la polemica per l’incremento delle rette degli asili nido, che salgono del 7,8%. Il centrosinistra punta il dito contro la giunta. Ad agosto l’amministrazione guidata dal sindaco Alessandro Rapinese ha deliberato l’aumento delle tariffe dei nidi sulla base degli aggiornamenti Istat. Sono aumenti che pesano circa 40 euro al mese per una famiglia con un reddito medio alto. Le rette erano state congelate dal Comune durante la pandemia. «Il Comune di Como torni sui suoi passi e riveda subito la decisione di aumentare le rette degli asili nido – commentano Patrizia Lissi, capogruppo del Pd e Barbara Minghetti per Svolta Civica - si trovino le coperture per abbassare le rette nel bilancio. Un bilancio che, ricordiamo, gode di ottima salute con 60 milioni di avanzo». Sono tanti gli aumenti che pesano sulle famiglie.

«A Palazzo Cernezzi parlano di un “progressivo miglioramento” della situazione legata al Covid – dicono sempre Lissi e Minghetti - ma i cittadini rimangono in chiara difficoltà. Con l’inflazione alle stelle e l’inverno di una crisi energetica alle porte, l’ultima cosa di cui hanno bisogno è che l’amministrazione Rapinese sganci l’ennesima tegola sulle loro teste. Per molte famiglie, lasciare i figli al nido non è una scelta ma un obbligo senza alternative che rischia di costare caro. È questa è l’idea delle politiche educative della giunta Rapinese».

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