«Non solo parole, anche soldi»
Ca’ Prina premia gli infermieri

Erba: cento euro in busta paga per ringraziarli del lavoro durante la pandemia. Il presidente della Casa di riposo: «Prima osannati, poi dimenticati»

«Sono stato il primo a ringraziare i nostri operatori che da due anni convivono con l’emergenza pandemica. Dopo tante parole, arriverà anche un ringraziamento monetario: è giusto riconoscere in solido gli sforzi dei sanitari». A due anni dall’arrivo del Covid-19 in Italia, Alberto Rigamonti - presidente di Ca’ Prina - vuole dare un segno tangibile. Si partirà con un contributo una tantum di 100 euro per gli infermieri, progressivamente il riconoscimento verrà esteso ai duecento operatori della casa di riposo che ha combattuto in prima linea contro il Sars-CoV-2. Un gesto simbolico, ma determinante in un periodo in cui spesso ci si ferma alle parole.

Rigamonti non vuole sentir parlare di “bonus”, perché il contributo sarà limitato: si parla appunto di 100 euro, una somma utile per portare a cena la famiglia o pagare una bolletta salata. D’altro canto, con duecento dipendenti e tante difficoltà alle spalle, non si può certo pensare a grandi gratificazioni monetarie. Il valore, grande, è tutto simbolico. «Nel 2020 il bilancio è andato in forte sofferenza. Da un lato avevamo molte spese impreviste, tra mascherine e tamponi, dall’altro sono venute meno molte rette per posti che sono rimasti vuoti a lungo. Nel 2021 siamo riusciti a tirare la coperta vicino al naso, abbiamo sfiorato il pareggio di bilancio. Non possiamo più rinviare questo riconoscimento». (L. Men.)

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