«Poco dialogante, non lo vogliamo». Rapinese bocciato dai colleghi sindaci

La scelta I primi cittadini lo escludono dall’Asseblea dell’ambito Territoriale. La replica: «Un inciucio»

In Provincia i sindaci si accordano per «fare fuori» Alessandro Rapinese preferendo un rappresentante più dialogante. Per il primo cittadino è l’ennesimo «inciucio». Ieri a Villa Gallia i sindaci comaschi si sono riuniti per scegliere il nuovo presidente dell’Ato, l’assemblea dell’ambito territoriale con poteri consultivi. Da sempre a capo di questo ente viene nominato il sindaco del Comune capoluogo. Ma ad Alessandro Rapinese 53 sindaci comaschi hanno detto no. È stato eletto Roberto Fornasiero, giovane sindaco di Fino Mornasco, candidato civico vicino al Partito Democratico. Solo quattro voti sono andati a Rapinese, due le schede a vuoto.

Sentiti i sindaci che hanno lavorato per l’elezione di Fornasiero spiegano che hanno voluto mandare un segnale. A loro dire manca di dialogo ed è sempre pronto ad attaccare i colleghi e le altre istituzioni. Meglio un sindaco pronto a garantire «collegialità». Tra i voti confluiti verso Fornasiero ci sono quelli del sindaco di Lurago d’Erba, di Olgiate Comasco o di Cernobbio. Con un silenzioso benestare del presidente della Provincia di Como Fiorenzo Bongiasca con il quale il sindaco di Como ha di recente avuto più di uno scontro. «Como come capoluogo ci rappresenta tutti – spiega il sindaco leghista di Mariano Comense Giovanni Alberti – deve dunque fare da collante, da portavoce ed essere pronto indipendentemente dai partiti all’ascolto. Con Rapinese in questi primi mesi non c’è stato dialogo».

«La Provincia è il più grande inciucio tra destra e sinistra – ribatte Rapinese – un ente guidato da persone come Bongiasca che di sicuro non rappresentano il cambiamento. Spero che i cittadini possano presto tornare a votare i propri rappresentanti in Provincia. Così fosse, dopo aver liberato dai partiti la città sono pronto a liberare anche Villa Saporiti». Quanto a Fornasiero Rapinese è pronto a tendere la mano: «Gli auguro un in bocca al lupo».

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