Prime dosi del nuovo vaccino Novavax
«Lo chiedono, ma non si può scegliere»

Qualche comasco non ancora protetto si reca all’hub, ritenendolo più sicuro - Teorie senza fondamento e in ogni caso la Regione precisa: «Nessuno lo può pretendere»

Como

È in arrivo il vaccino Novavax e qualche comasco non ancora vaccinato bussa già agli hub per chiederlo.

La struttura commissariale sta consegnando le prime forniture del nuovo vaccino alle regioni, ai primi quantitativi previsti per la fine di febbraio seguiranno partite più ingenti a marzo. Piemonte, Marche e Lazio stanno aprendo le prenotazioni, in Lombardia si parte dal primo marzo ma, come sempre è accaduto, non s’intende dare ai cittadini la possibilità di scegliere la tipologia di vaccino, semplicemente il nuovo vaccino sarà è inserito fra quelli a disposizione dei centri vaccinali.

Novavax è un vaccino statunitense approvato in Italia sopra ai 18 anni il cui ciclo vaccinale consiste in due dosi, la seconda a distanza di tre settimane dalla prima. Questo vaccino a base di proteine, ingegnerizzato dalla sequenza del ceppo originale del Covid, non si basa sulla tecnologia ad mRna, come Pfizer e Moderna, ma sulle proteine ricombinanti. Non invia quindi al nostro sistema immunitario le “istruzioni” per fabbricare gli anticorpi, ma scatena la risposta difensiva con un meccanismo già in uso per i vaccini contro l’epatite B e meningococco B. Secondo le teorie dei “no vax”, senza alcuna base scientifica, i vaccini ad mRna sarebbero pericolosi, dunque alcuni di loro vorrebbero farsi vaccinare con Novavax.

Qualche cittadino comasco non vaccinato si è in effetti presentato in via Napoleona come all’hub di Erba chiedendo del nuovo vaccino. «Confermo, abbiamo ricevuto dei primi interessamenti – dice Gianni Martino Clerici , presidente della cooperativa Medici Insubria che gestisce il centro vaccinale di Lurate Caccivio – da persone mai vaccinate. Le motivazioni del loro interesse in termini medici e scientifici non stanno in piedi, l’augurio comunque è che il nuovo vaccino faccia aumentare la percentuale di comaschi immunizzati». In provincia di Como sopra ai 5 anni d’età ci sono 72mila persone senza nemmeno una dose. Rappresentano circa il 12% della popolazione totale. Soprattutto nell’età pediatrica la copertura è scarsa, sotto al 40%, mentre nelle altre fasce d’età siamo attorno al 90%.

Tornando alle intenzioni della Regione il sottosegretario Fabrizio Turba ha spiegato al consiglio regionale che su Novavax la Lombardia «si atterrà alle indicazioni del Ministero della Sanità» bocciando l’ipotesi di destinare a richiesta il nuovo vaccino ai cittadini ancora scettici. Si fa insomma il vaccino che è a disposizione quel determinato giorno in quel determinato centro vaccinale. Non si può scegliere tra Pfizer, Moderna o Novavax, dato che tutti i vaccini in uso hanno ricevuto il via libera dalle autorità sanitarie.

Detto che almeno per le prime settimane di marzo l’unità di crisi regionale attende un numero non enorme dei nuovi vaccini, per un bacino come Como si parla di centinaia e non di migliaia di dosi. Peraltro e da settimane le prenotazioni da parte dei cittadini non vaccinati sono ferme, avendo e in cassa ci sono giacenze più che sufficienti degli altri vaccini.

Nel frattempo i dati sulla pandemia descrivono un calo contenuto dei nuovi contagi, ieri 392 nuovi positivi a Como ed una diminuzione più decisa dei ricoverati nei reparti ordinari degli ospedali lombardi, 68 letti liberati. Sono parametri da zona bianca. I decessi invece non si riducono, sono 53 le morti comunicate ieri a livello regionale, di cui due a Como.

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