Prof “avvelenata” con il caffè
In libertà una delle due arrestate

Pusiano, il Tribunale accoglie il ricorso del legale di Cristina Gelpi e annulla i domiciliari. Resta in custodia cautelare l’insegnante accusata di aver dato dei sonniferi alla collega

È tornata in libertà la quarantenne amica dell’insegnante dell’istituto Rosmini di Pusiano, finita con lei agli arresti domiciliari con l’accusa di stalking e lesioni personali nei confronti di un’altra docente delle stesse scuole medie. A quest’ultima la docente aveva offerto un caffè corretto con sonnifero, mandandola all’ospedale.

Il Tribunale della libertà di Milano ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato della donna di Carugo e ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare con la quale era finita ai domiciliari, tre settimane fa.

Non si conoscono, al momento, i motivi dell’accoglimento del ricorso da parte dei giudici di Milano, quel che è pacifico è che la donna è nuovamente libera. Resta ai domiciliari, invece, la sua amica: i suoi avvocati non hanno presentato alcuna istanza e la richiesta di poterle concedere quantomeno il permesso per tornare al lavoro è stata, al momento, considerata quantomeno inopportuna dalla Procura, visto che si ritroverebbe nello stesso istituto della professoressa finita in ospedale dopo aver bevuto il caffè offerto dalla collega.

Un caffè avvelenato di cui le due accusate, nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice delle indagini preliminari, avevano a loro modo chiesto scusa, ma anche ridimensionando la portata di quanto fatto. La Procura di Como accusa le due donne non solo di lesioni, ma pure di stalking.

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