Valbrona, ritorno a casa dopo le fiamme
«Sono viva grazie a mio figlio di 10 anni»

Mamma Corinne racconta quanto successo il 17 gennaio: «Michael è stato bravo a buttarmi addosso il secchio con l’acqua e a tenermi sveglia»

«Mi davano per morta – racconta Corinne Moreni - A mio padre e al mio compagno avevano detto che probabilmente non sarei arrivata al giorno dopo, perché ero troppo magra per sopportare le ustioni. Se sono ancora qui devo ringraziare mio figlio e il personale medico del Niguarda». Aveva colpito tutti la storia della mamma di Valbrona, Corinne Moreni, salvata dal figlio di 10 anni dopo essere stata ustionata dal fuoco partito dalla stufa a bioetanolo nella drammatica serata del 17 gennaio. La donna è tornata a casa dove continua a seguire la sua terapia. Per tre giorni è stata sedata ed ha subito diversi trapianti di pelle, in un caso da un donatore. Riabbracciare i figli è stato il momento più bello e proprio al figlio Michael deve la vita, è stato lui ha buttarle addosso l’acqua quando era a terra tra le fiamme. Corinne ora sta meglio: «Il dolore rimane ma è minore, le ferite si stanno richiudendo, continuo la medicazione a casa – spiega l’estetista di 29 anni di Valbrona - È un percorso lungo dai 6 ai 12 mesi, un percorso anche molto costoso perché tra farmaci e guaine ho già speso quasi 3mila euro. Mi chiedo cosa accade a persone a cui capita quanto capitato a me senza le possibilità economiche per curarsi. Ma sono felice di essere qui a raccontare cosa è successo quella sera, ho rischiato davvero di morire. Ho ustioni sugli arti e al fianco. Quelle più gravi le hanno trattate usando la pelle di un donatore, poi quelle dell’autotrapianto». Il suo racconto di quella sera colpisce anche per la prontezza del figlio: «Avevo preso da pochi giorni una spugna per la stufa a bioetanolo. Avrebbe dovuto ottimizzare il consumo. Quella sera come mio solito ho caricato la stufa con una bacinella – racconta - L’apparecchio era spento da oltre cinque ore, ma probabilmente per colpa di quella spugna c’era ancora del fuoco o altro che non so. Così quando ho caricato l’apparecchio la fiamma è tornata verso la bacinella e mi ha ustionato la mano. Ho cercato di resistere ma poi ho buttato per terra il liquido e mi sono ustionata le gambe mentre la casa ha preso fuoco». «La prima cosa a cui ho pensato sono stati i figli, ho gridato a Michael di uscire di casa e ho preso Nicole di 3 anni e mezzo per portarla all’esterno. A quel punto sono andata in doccia per cercare di spegnere le fiamme, e sono uscita ancora per vedere come stavano i bambini». L’errore è stato quello di rientrare in casa: «Ho visto il tappeto in fiamme e sono rientrata nella speranza di spegnerlo, ma sono scivolata proprio sopra le fiamme e stavo per perdere i sensi per le ustioni. Michael ha avuto la prontezza di prendere il secchio con l’acqua per il cane e buttarmelo addosso e mi ha tenuta sveglia chiamandomi fino all’arrivo del mio compagno e dei soccorsi. Mi hanno sedata subito e mi sono risvegliata dopo tre giorni».

(Giovanni Cristiani)

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