Via Valleggio, un quarto di secolo
per costruire la sede dell'ateneo

Uno degli accessi alla piazza in costruzione tra la palazzina a torre di via Valleggio e il Setificio di via Castelnuovo dà verso il colle del San Martino. È stato pensato in funzione del futuro campus, sperando che per vederlo realizzato non debbano trascorrere altri 25 anni

COMO Uno degli accessi alla piazza in costruzione tra la palazzina a torre di via Valleggio e il Setificio di via Castelnuovo dà verso il colle del San Martino. È stato pensato in funzione del futuro campus, sperando che per vederlo realizzato non debbano trascorrere altri 25 anni. Tanti ne sono passati, e ne passeranno, tra il 1987, quando gli enti locali si consorziarono (prima nell’associazione Asscun, poi in Univercomo) per creare un insediamento universitario in città, e il 2012, l’ultima scadenza annunciata ieri dall’assessore provinciale Pietro Cinquesanti per vedere completato il "quartier generale" dell’ateneo.
Il sopralluogo - Intanto, in via Valleggio stanno finalmente vedendo la luce il 3° e 4° lotto di lavori (ovvero anello interrato di aule e piazza con porticato e servizi vari), che erano rimasti bloccati per un anno e mezzo a causa del fallimento della ditta Capraro di Messina. «La seconda classificata nella gara d’appalto - spiega Cinquesanti - ci aveva chiesto un aumento del 40%, rispetto alla base d’asta, per subentrare all’impresa siciliana. Considerando che si partiva da un ribasso del 10%, la richiesta è parsa un ricatto, cui abbiamo deciso di non sottostare, procedendo a un nuovo appalto». Dal 2007, quindi, il cantiere è passato alla Coge di Parma, che dovrà consegnare i due lotti entro giugno del 2010. «Siamo nei tempi: diciamo che per l’inizio del prossimo anno accademico i nuovi spazi saranno disponibili», ha detto ieri il direttore dei lavori, l’ingegner Cristoforo Alabiso, nel corso di un sopralluogo della Commissione di collaudo.
Più aule, niente bar - Attorno all’edificio principale, sul lato rivolto verso la caserma dei vigili del fuoco, è stato scavato un semianello di quasi 4mila quadri, che saranno dedicati ad aule e laboratori. Sull’altro lato, invece, si apre la piazza che collega la torre in mattoncini rossi alla sede del Setificio, pure utilizzata in parte dall’università, e al Museo della seta. Ai lati sono in costruzione un porticato e altri spazi chiusi, che inizialmente avrebbero dovuto ospitare un bar e una libreria universitaria. «Ma poi abbiamo preferito destinarli alla didattica - precisa Giuseppe Di Biase dell’ufficio tecnico dell’Università dell’Insubria - perché di servizi per gli studenti ne sono già sorti diversi vicino all’ateneo, mentre siamo ancora costretti a prendere aule in affitto». Una volta completati il 3° e il 4° lotto, l’Insubria potrà lasciare 5 sedi sparpagliate sul territorio, con un risparmio di 350mila euro l’anno: queste le stime fornite da Cinquesanti. Di fatto, salvo una piccola ala tra la piazza e il San Martino, che verrà utilizzata dal Politecnico, e la piazza che ovviamente sarà aperta a tutti, gli altri spazi in costruzione verranno utilizzati esclusivamente Insubria, in seguito a un accordo tra le due università, che hanno rivisto il rapporto seguito inizialmente nella spartizione degli spazi (60% Insubria-40% Politecnico).
La nuova palazzina - Anche il 5° e ultimo lotto del "quartier generale" di via Valleggio sarà dell’Insubria. Si tratta di una palazzina alta 18 metri, destinata a laboratori della facoltà di Scienze, che sorgerà sull’area attualmente adibita a parcheggio (a lavori finiti le auto andranno sotto la piazza). «Abbiamo appena approvato il progetto definitivo dello studio Ioshimoto - riferisce l’assessore Cinquesanti -. Sono previsti lavori per 8 milioni 600mila euro (3,5 messi dalla Provincia e 5,1 dall’Insubria). Il cantiere, verosimilmente, partirà entro febbraio e durerà un paio d’anni». Contestualmente «saranno eseguiti lavori per 2,7 milioni di euro al Setificio. Si tratta di spazi dedicati al Museo della seta - spiega Cinquesanti - ma che comporteranno degli spostamenti anche per l’università. Contiamo di completare tutto prima che questa amministrazione vada "in pensione"». Ovvero entro le elezioni del 2012.
Pietro Berra

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