Paratie, oscurato il cantiere:
chiuse tutte le finestrelle

Ieri un operaio della Sacaim (la ditta che sta realizzando il nuovo lungolago) ha oscurato con assi e teli i vetri, mentre fotografi, giornalisti e semplici cittadini stavano guardando i lavori. Forse lo ha fatto per nascondere il secondo muro. Il capogruppo della Lega Nord Giampiero Ajani ha chiesto ieri che le finestre «vengano riaperte subito»

COMO Prima, almeno, si vedevano gli alberi delle barche spuntare qua e là, l’azzurro del cielo e il verde delle montagne. Adesso, guardando attraverso le finestre dello steccato che delimita il cantiere delle paratie, non si vede un bel niente. Ieri un operaio della Sacaim (la ditta che sta realizzando il nuovo lungolago) ha oscurato con assi e teli i vetri, mentre fotografi, giornalisti e semplici cittadini stavano guardando i lavori. Forse lo ha fatto per nascondere il secondo muro. Il capogruppo della Lega Nord Giampiero Ajani ha chiesto ieri che le finestre «vengano riaperte subito». Ieri mattina, come annunciato la sera prima dal Comune, è stata eretta una nuova barriera (composta da pannelli prefabbricati in cemento e pietra) alta 1,20 metri. Più alta, dunque, del primo muro della "vergogna". Si tratta del parapetto della piazzola realizzata davanti all’hotel Metropole Suisse. Alla fine, quando sarà completata, misurerà circa 21 metri di lunghezza. Già ieri, prima che le finestre fossero oscurate, è apparso subito evidente quanto sia grande la nuova porzione di paesaggio che è stata sottratta alla vista dei comaschi. Da Palazzo Cernezzi hanno assicurato che il nuovo muro «verrà tagliato» non appena sarà stato approvato il nuovo progetto che sostituirà tutte le opere murarie antiesondazione (e quindi anche il parapetto realizzato ieri) con un sistema fatto solo di paratie mobili. Ma qui le cose si complicano. Comune, Regione e Provincia stanno, è vero, studiando questa nuova soluzione, ma solo per il primo lotto che va dai giardini a lago al Metropole Suisse, dove a metà settembre è stato eretto il famoso muraglione. Non risulta, al momento, che il progetto del secondo lotto, dal bar Monti a piazza Sant’Agostino, sia stato messo in discussione. Quindi sulla carta c’è ancora la seconda piazzola (dove adesso c’è la biglietteria della Navigazione) che prevede un parapetto tale e quale a quello realizzato ieri mattina. Sarebbe il terzo muro.
L’ufficio stampa comunale ha spiegato che «i lavori stanno proseguendo come da progetto appaltato» perché il fermo cantiere «costringerebbe l’amministrazione al pagamento di una penale che supera i 10mila euro per ogni giorno di fermo». Sempre l’ufficio stampa ha fatto sapere che il costo per tagliare il parapetto in eccesso «sarà di 2.480 euro».
L’oscuramento dei vetri è arrivato dopo alcuni momenti di tensione: un giovane operaio uscito dal cantiere si è avvicinato ai fotografi e ai giornalisti "invitandoli" con spintoni e minacce a smettere di scattare foto. Clima davvero teso, non c’è che dire. È apparso poco rilassato anche Antonio Viola, il dirigente comunale che il consiglio di Palazzo Cernezzi ha chiesto di rimuovere dal ruolo di direttore dei lavori del lungolago. Del resto la visita della Forestale è durata oltre due ore.
Dario Alemanno

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