Regione e Comune, è gelo
Salta l’incontro politico

«Con il sindaco non ci siamo né visti né sentiti. Non ci sono le condizioni per farlo». È il lapidario commento dell’assessore regionale al Territorio Davide Boni nel giorno in cui, al Pirellone, era in programma il vertice politico per mettere la parola fine alla questione del muro. Parole, quelle di Boni, che indicano il gelo tra Palazzo Cernezzi e il grattacielo Pirelli, inclusi i piani alti (lo stesso presidente della Regione Roberto Formigoni è «irritato per la costruzione di questo nuovo muro»)

COMO «Con il sindaco non ci siamo né visti né sentiti. Non ci sono le condizioni per farlo». È il lapidario commento dell’assessore regionale al Territorio Davide Boni nel giorno in cui, al Pirellone, era in programma il vertice politico per mettere la parola fine alla questione del muro. Parole, quelle di Boni, che indicano il gelo tra Palazzo Cernezzi e il grattacielo Pirelli, inclusi i piani alti (lo stesso presidente della Regione Roberto Formigoni è «irritato per la costruzione di questo nuovo muro»). L’incontro tra Boni, il sindaco StefanoBruni e il presidente della Provincia Leonardo Carioni è saltato e non è nemmeno stata individuata una nuova data. Anche perché a Milano hanno fatto sapere di non essere stati informati dal Comune dell’intenzione di proseguire i lavori (in pratica la posa dei pannelli in pietra verso piazza Cavour che dovranno però essere tagliati) ancorché seguendo il progetto originario.
Ieri a Milano c’è stato, nel primo pomeriggio, un summit tecnico. Attorno al tavolo avrebbero dovuto esserci i dirigenti di Comune, Regione e Provincia. Villa Saporiti, però, ha lasciato la sedia vuota. «L’architetto Cosenza - si è limitato a dire il presidente Carioni - aveva altri impegni». Una giustificazione che nasconde in realtà un segnale chiaro che l’amministrazione provinciale ha voluto lanciare innanzitutto al Comune: inutile partecipare agli incontri, se poi non si viene informati di nuove iniziative tecniche come la costruzione del nuovo muro. Lo stesso Carioni aveva dichiarato soltanto mercoledì: «Se il sindaco ha dato il via per costruire, vuol dire che ha trovato delle soluzioni. È inutile quindi che ci incontriamo. Visto che ha avviato di nuovo il cantiere senza dirlo a nessuno, significa che ha le idee chiare e non vedo perché la Provincia debba intervenire. Inutile, quindi, che cerchi aiuti». Ecco perché l’assenza di ieri al tavolo tecnico e il vertice politico cancellato può avere un solo significato.
In ogni caso i dirigenti di Comune e Regione hanno analizzato le tre ipotesi di lavoro concentrandosi su quella che prevede l’abbattimento totale dei muri e la loro sostituzione con paratoie mobili (a ventola e in parte manuali soprattutto verso la zona dei giardini a lago). Un lavoro di modifica sostanziale del progetto iniziale quantificata, in termini economici, in circa 2 milioni di euro. Soldi che ancora non è chiaro chi li debba reperire: se la Regione (come era sembrato in un primo momento) oppure il Comune.
Le altre due ipotesi puntavano ad analizzare il problema dell’arredo urbano e prevedevano la creazione di aiuole (da 10 centimetri oppure da 40 centimetri con panchine incorporate e in questo caso sarebbe stato il dimezzamento del muro attuale). Nell’opzione di abbattimento totale, infatti, al momento non sono state previste né panchine né fioriere.
Gi. Ro.

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