Bruni: «Finestre chiuse
per le grida agli operai»

«Credo che ci sia stato un problema di gente che gridava contro gli operai». Questa la giustificazione del sindaco Stefano Bruni  in consiglio comunale all’oscuramento delle finestre del lungolago. Finestre che sono state chiuse mercoledì pomeriggio mentre era in corso il sopralluogo della guardia forestale e all’esterno delle vetrate c’erano fotografi e giornalisti

COMO «Credo che ci sia stato un problema di gente che gridava contro gli operai». Questa la giustificazione del sindaco Stefano Bruni  in consiglio comunale all’oscuramento delle finestre del lungolago. Finestre che, lo ricordiamo, sono state chiuse mercoledì pomeriggio mentre era in corso il sopralluogo della guardia forestale e all’esterno delle vetrate c’erano fotografi e giornalisti.
La richiesta di tutte le forze politiche (Pdl, Lega fino al Pd e ad Area 2010) è praticamente unanime. Tutti chiedono una sola cosa: le finestre vanno riaperte e i comaschi devono poter vedere quello che succede nel cantiere del lungolago. Mai come in questo momento l’appello al sindaco è trasversale.
«Secondo me oscurare le finestre - interviene il vicecapogruppo del Pdl Pasquale Buono - non è bello per la città, per i turisti ma soprattutto per i comaschi. Sembra che si voglia nascondere qualcosa che di fatto non dovrebbe esserci. Con la massima trasparenza mi auguro che vengano liberate le finestreper evidenziare lo stato dei lavori. C’è già stato precedente che aveva creato caos e le aperture erano state ripristinate. È giusto che i cittadini possano vedere cosa si sta facendo ed è nell’interesse di tutti. Non vedo il perché di questa seconda copertura». Il capogruppo della Lega Nord Giampiero Ajani aveva già chiesto l’apertura degli oblò mercoledì, ma ieri non è cambiato nulla e le finestre sono rimaste rigorosamente chiuse. Intanto i lavori proseguono (è stato montato un nuovo pannello del muro bis). «Chiedo cortesemente al sindaco - ha ribadito ieri il capogruppo lumbard - di aprire le finestre per vedere cosa c’è dietro. È stato lui la prima volta, con un gesto a mio avviso molto ragionevole,a far togliere i mascheramenti. Non si capisce perché adesso sia stato fatto. Se chiudiamo le finestre aperte la gente potrebbe essere indotta a credere che si voglia nascondere qualcosa: se dietro non c’è niente perché nascondere?». Sul nuovo muro Ajani dice: «Vista la bufera cosa ci voleva a spiegare ai consiglieri comunali quello che si voleva fare? Non siamo qui a sparare contro sul muro, ma in queste condizioni non si può andare avanti. È un cantiere sensibile e sarebbe il caso che i consiglieri fossero informati. Altrimenti non ci resta che stare lì davanti come i carabinieri. Chiedo che venga istituita una mattina alla settimana per il libero accesso al cantiere».
Il capogruppo del Pd Luca Gaffuri commenta la vista negata dicendo: «Come al solito abbiamo a che fare con l’immagine di scarsa trasparenza di questa amministrazione. Non capisco come l’impresa si faccia coinvolgere in questa politica che ha già portato contro il muro un progetto che noi da sempre riteniamo inutile. Chiederemo che questa trasparenza venga ripristinata e, se non avvenisse, chiederemo ai cittadini di tornare in piazza perché vedere il cantiere è un loro diritto. Almeno aprano gli oblò e ammettano gli ulteriori errori che stanno commettendo uno dietro l’altro». Il collega di Area 2010 Alessandro Rapinese aggiunge: «Da un lato potrei dire che sono contento così non vedo lo scempio, ma il vero problema è che un giorno toglieranno la staccionata. Quanto sta avvenendo è in pieno stile Bruni che prima secreta le lettere, poi tollera il fatto che si tappino le finestre. Mi chiedo cosa altro possa nascondere alla città oggi».
Dario Alemanno
Gisella Roncoroni

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