Famiglie in difficoltà
per pagare i pasti a scuola

Como: anche qui il problema dell’insolvenza nei versamenti per il servizio mensa documentato proprio in questi giorni sulla cronaca milanese dei quotidiani nazionali "il Giornale” e “la Repubblica” che riportano, fra le possibili soluzioni, una maxi rata a inizio anno e l’uso dei buoni pasto. Una questione sentita anche sul Lario, dove molti, dal Comune alle agenzie di ristorazione fino ai singoli presidi lamentano il malcostume di alcuni genitori di ritardare il pagamento mensile del refettorio

COMO Tutto il mondo è paese”. È così anche a Como c’è il problema dell’insolvenza del pagamento del servizio mensa documentato proprio in questi giorni sulla cronaca milanese dei quotidiani nazionali "il Giornale” e “la Repubblica” che riportano, fra le possibili soluzioni, una maxi rata a inizio anno e l’uso dei buoni pasto. Una questione sentita anche sul Lario, dove molti, dal Comune alle agenzie di ristorazione fino ai singoli presidi lamentano il malcostume di alcuni genitori di ritardare il pagamento mensile del refettorio. «Nella mia scuola - dice Francesco Grassotti, preside dell’istituto comprensivo Como Lago - abbiamo parecchi casi di insolvenza nei confronti dei quali procediamo con cautela, sapendo che non ci sono solo furbetti ma anche persone con serie difficoltà economiche. Quando accade inviamo lettere e chiamiamo le famiglie per ricordare l’insolvenza con discrezione. Pur avendone la facoltà non abbiamo mai fatto ingiunzioni di pagamento o, peggio, negato il pasto a nessun alunno, anche a costo di far sostenere altri costi a una scuola già in difficoltà». Sulla stessa linea anche Francesco Iaquinta, socio responsabile di Aclichef, cooperativa che fornisce 3.000 pasti caldi nelle scuole di Como e Provincia: «Quello del mancato pagamento - dice - è per noi un problema quotidiano che non possiamo nemmeno risolvere essendo la riscossione di competenza dei singoli comuni e non nostra. Calcoliamo che ogni giorno almeno 60 pasti risultano “offerti dalla casa”». Un metodo sbrigativo lo ha trovato il Comune di Como, che gestisce tutte le mense delle scuole primarie e dell’infanzia (ad eccezione di Como Lago, che le ha in carico direttamente a seguito di un accordo fra il Comune e l’allora preside Ezia Molinari, permettendo alla scuola di effettuare il doppio turno di mensa). «Le famiglie che non pagano - precisa l’assessore alle Politiche educative Anna Veronelli - ricevono un’ingiunzione di pagamento con i relativi interessi di mora. Sono però previste rateizzazioni, senza interessi, per le famiglie in difficoltà». Previsti anche sconti per famiglie in difficoltà e fratelli di alunni che già usufruiscono del servizio.

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