La protesta di cittadini
e il consiglio oscurato

COMO Dicono di non essere politicizzati. Dicono che il loro comitato, "Giù la giunta", sia nato spontaneamente per dire basta all'amministrazione del sindaco Stefano Bruni. Il muro del lungolago è stato soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Per i cittadini che aderiscono al comitato di protesta i problemi causati da una cattiva amministrazione della cosa pubblica sono numerosissimi in città. Tra i capifila di "Giù la giunta" c'è Marco Longatti, anche lui tra i cittadini che lunedì sera si sono presentati a Palazzo Cernezzi per assistere alla seduta consiliare. Una serata molto movimentata. Davanti ai cancelli hanno trovato numerosi uomini delle forze dell'ordine ai quali hanno dovuto esibire i documenti di identità per salire in aula. In un comunicato diffuso martedì il comitato ha spiegato di avere «chiesto all'avvocato Marcello Iantorno di preparare un esposto al prefetto di Como per sottolineare l'assoluta mancanza di giustificazione nell'ambito di un civile tentativo di partecipazione ai lavori del consiglio comunale nella richiesta di generalità e documenti». «La nostra presenza è stata pensata - ha spiegato Longatti - per fare capire a chi governa Como che la protesta dei comaschi non è solo legata al muro del lungolago. Non ci accontentiamo delle rassicurazioni date dal rimpasto di giunta, né dalle promesse di abbattimento del muraglione. Non ci fidiamo più. Vogliamo che questo sia chiaro. Con il nostro comitato puntiamo a raccogliere quante più adesioni possibili da parte di chi la pensa come noi - ha concluso - e fino adesso hanno aderito al nostro gruppo circa 150 persone».

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