La finanza boccia lo Scudo
«Non ferma la fuga di capitali»

In un'informativa alla procura le fiamme gialle scrivono: «Lo scudo fiscale non ha centrato l'obiettivo»

Se non è una bocciatura, poco ci manca. La guardia di finanza lo scrive nero su bianco: lo scudo fiscale serve a poco. La presa di distanze non è stata scritta in un documento pubblico, bensì nell’informativa conclusiva con la quale gli uomini del nucleo di polizia tributaria hanno permesso al pubblico ministero MarianoFadda di mettere sotto inchiesta oltre cinquanta persone con l’accusa di aver riciclato milioni di euro, nascosti nei forzieri svizzeri. E forse proprio perché contenuta in un documento per finalità investigative, l’opinione dei finanzieri di via Raimondi sullo scudo fiscale è ancora più interessante.
Il riferimento, in realtà (ma la circostanza non sembra cambiare molto le carte in tavola), è al primo scudo e non a quello attuale: «Il metodo "smascherato"» dall’inchiesta per nascondere i soldi all’erario «presenta caratteri di singolarità tali - si legge nell’informativa delle fiamme gialle - da far balzare agli occhi come anche l’introduzione del cosiddetto scudo fiscale non trovi, in determinate circostanze, utilità di impiego e non abbia centrato l’obiettivo di far rientrare, nel territorio nazionale, i capitali depositati all’estero; l’inevitabile conseguenza è che non è possibile arginare l’enorme flusso di denaro il cui deposito e giacenza in istituti di credito esteri rappresenta la condizione necessaria per il prosieguo di attività illecite».

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