I piromani forse
ripresi dalle telecamere

Le indagini sui vandali incendiari che hanno distrutto 40 auto tra le province di Como, Lecco e Milano. «Abbiamo acquisito i filmati degli impianti fissi che si trovano sulle strade e nelle piazze interessate al raid», dice il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Luciano Guglielmi. La tecnica utilizzata dai piromani è stata quella del bicchierino riempito con benzina e olio

ERBA «La gente deve sapere che stiamo lavorando per rintracciare gli autori di questo assurdo raid: comprendo l’amarezza delle persone che hanno visto le loro auto distrutte senza un apparente motivo, un reato che confidiamo di non lasciare impunito». Il pensiero del colonnello Luciano Guglielmi, comandante provinciale di carabinieri, va prima di tutto a quelle persone che domenica notte hanno perso la loro auto, magari un’utilitaria, che serviva loro per lavorare. Un raid odioso nella sua modalità e particolarmente vigliacco: «Nella stragrande maggioranza sono andate distrutte auto non di grande valore, il che rende quando accaduto ancora più spiacevole per le vittime, che avranno fatto sacrifici economici per acquistarle e che ora si ritrovano senza un mezzo per muoversi e andare a lavorare». Il colonnello non si sbilancia sulle indagini ma precisa: «Abbiamo acquisito i filmati delle telecamere fisse che si trovano sulle strade e nelle piazze interessate al raid dei piromani. I miei uomini sono al lavoro, abbiamo fatto un punto sulle indagini e contiamo di avere sviluppi decisivi».
Secondo quello che è stato possibile ricostruire, la tecnica utilizzata dai piromani per bruciare le vetture è stata quella del bicchierino riempito da una miscela di benzina e olio che viene messo sotto la vettura, all’altezza del motore, e viene incendiato. Dopo poco le fiamme surriscaldano il motore al punto di farlo letteralmente esplodere, il che può innescare l’incendio (sulle vetture viene cosparsa anche benzina).

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