Viaggio a Kelle, provincia di Como
Un centro per i bimbi di strada

Sulle coste del Senegal la sede dell'associazione "I bambini di Ornella", fondata dall'ex sindacalista comasco Severino Proserpio. Grazie alla solidarietà dei comaschi, oggi la struttura - intitolata alla memoria di Giovanni Quadroni - cura e assiste circa cinquecento bambini di strada

COMO - C’è musica sulla spiaggia di Kelle sur Mer, villaggio di pescatori a qualche chilometro da Dakar, capitale del Senegal. Le note, che si confondono con il rumore delle onde, arrivano da dietro le porte di un edificio color mattone, lassù oltre la strada, dove, da quasi sette anni, vive Severino Proserpio, comasco, ex sindacalista Cgil, una vita dalla parte dei deboli (per anni è stato responsabile del Coordinamento lavoratori stranieri del sindacato), diventato da queste parti una specie di istituzione.
Lo conoscono bene anche i comaschi, che hanno creduto al progetto della sua associazione («I bambini di Ornella», in memoria della moglie scomparsa prematuramente pochi anni fa), lo hanno sostenuto e finanziato e che oggi possono davvero compiacersene. Il frutto dei loro sforzi, e di quelli di Severino soprattutto, è questa «case de solidarité» piena di musica, un centro polifunzionale studiato e pensato per i Talibì, i bimbi di strada senegalesi, intitolato alla memoria del sindacalista comasco Giovanni Quadroni.

Da quando tutto iniziò, di acqua sotto i ponti ne è scorsa tantissima ma benché oggi il centro funzioni a pieno regime, l’agenda dei progetti resta fittissima. Il primo obiettivo è stato raggiunto. Occorreva mettere a disposizione dei bimbi uno spazio che rappresentasse soprattutto un riferimento, un’alternativa alla strada: «Oggi lavoriamo con circa cinquecento bambini - racconta Severino, che in questi giorni è a Como anche per promuovere l’attività della sua associazione - Ci occupiamo dei bimbi che vivono senza famiglia e che trascorrono le loro giornate scorrazzando sulla spiaggia. Li coinvolgiamo nelle attività ludiche del centro poi ci informiamo dei motivi per i quali non sono a scuola, infine avviamo i percorsi di alfabetizzazione». Il centro polifunzionale è davvero, oggi, un punto di riferimento per tutti. Per studenti di scuole medie superiori e di università, che vi troano l’appoggio per lo studio che altrove non hanno, ma è soprattutto la piattaforma di lancio per le decine di nuovi progetti che Severino - e con lui i tanti volontari che lo sostengono - vorrebbe poter avviare.

Oggi il lavoro è soprattutto incentrato sui più piccoli e sui rapporti con i "sacerdoti" locali - i cosiddetti marabut - che nei villaggi vicini curano l’educazione coranica dei bimbi che vengono loro affidati dalle famiglie: arrivano non solo dal Senegal ma anche dai Paesi vicini, Gambia, Ghana, Mali. Non solo scuola: Severino, baba Seve come lo chiamano qui, gestisce le piccole emergenze quotidiane di tipo sanitario, sociale, lavorativo, organizza i corsi di musica e teatro della scuola, rifornisce di libri gli studenti più volenterosi e pensa a un futuro sempre più ricco di progetti. «Vorremo - dice - provare prima o poi ad avviare processi di alfabetizzazione anche tra gli adulti». Con il sostegno di un gruppo di giovani senegalesi, studenti universitari ai quali ha messo a disposizione le sue risorse, il centro ha ampliato il numero degli operatori. Oggi, ai progetti di recupero e alfabetizzazione dei bimbi, si affiancano i corsi intergativi. Il futuro? È già qui, racconta Severino, che ora pensa anche a una scuola lavoro e alla possibilità di educare gli adulti. Chi volesse essere con lui può contattare I bambini di Ornella al sito internet www.lesenfantsdornella.org. (Il numero di c/c postale dell’associazione è: 648 - 41 - 059 intestato a I bambini di Ornella onlus).

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Eco di Bergamo Kelle, i bimbi di Ornella