È stata assolta per totale vizio di mente la signora accusata di avere provocato l’esplosione che il 26 ottobre 2008 fece tremare un quarto di città, riducendo in un cumulo di detriti una casa di via Righi (la sua), a Trecallo, e danneggiando seriamente diverse abitazioni del vicinato.
La sentenza di assoluzione è stata pronunciata ieri mattina dal presidente del tribunale Vittorio Anghileri dopo pochi minuti di camera di consiglio. L’esito era scontato, maturato sul contenuto di una perizia psichiatrica disposta dallo stesso tribunale da cui emergeva che l’imputata, Amalia Zonta, 48 anni, quando con il suo comportamento provocò l’esplosione (risulta che avesse tagliato di proposito un paio di tubi del gas) non era in condizioni di intendere e di volere. Il Tribunale ha accolto le richieste del suo avvocato difensore, Angelo Sollazzo, e quelle del pubblico ministero Massimo Astori:la Zonta resterà in un cosiddetto «Opg» - cioè un ospedale psichiatrico giudiziario - «per un periodo non inferiore ai due anni». Ieri in aula, prima della sentenza, ha voluto rilasciare una breve, spontanea dichiarazione. Ha ricordato i giorni immediatamente precedenti all’esplosione, e un malessere legato probabilmente al cattivo dosaggio di alcuni medicinali che assumeva in quel periodo: «Non avrei mai voluto far esplodere la mia casa - ha detto - Mi ricordava mio padre, l’aveva costruita lui».
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