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Martedì 19 Gennaio 2010
Cartellino rosso per i due ultras
Via dallo stadio per 5 e 3 anni
Cinque anni lontano dalla curva per la bottiglia lanciata in faccia al tifoso avversario. Tre anni di divieto di assistere alle partite di calcio per aver invaso il campo, al Sinigaglia. Il match della scorsa settimana contro il Monza costa caro a due ultras azzurri
Destinatari dei provvedimenti sono Matteo Seravelli, 21 anni, e Andrea Rossi, 35 anni. Il primo - salvo diversa decisione del giudice delle indagini preliminari - rischia di non poter entrare in uno stadio o in un palazzetto per i prossimi cinque anni, i primi tre dei quali con obbligo di firma in questura in occasione degli incontri del Como; il secondo, invece, ha ricevuto un Daspo di tre anni, il primo dei quali con obbligo di firma.
Per entrambi i provvedimenti il pubblico ministero Giuseppe Rose, titolare del fascicolo aperto a carico dei due ultras azzurri denunciati a piede libero dalla polizia (per lancio di materiale pericoloso Seravelli e per invasione di campo in occasione di competizioni agonistiche Rossi), ha chiesto la convalida del Daspo. Sarà ora il giudice per le indagini preliminari Luciano Storaci a decidere al riguardo, anche alla luce della memoria difensiva presentata dai legali dei due tifosi, i quali si sono opposti al divieto di accesso allo stadio firmato dal questore.
I fatti si riferiscono al match della scorsa settimana, al Sinigaglia, tra Como e Monza e, in particolare, all’invasione di campo al termine dell’incontro e al lancio di una bottiglia contro un tifoso ospite, colpito al volto e costretto a farsi medicare in pronto soccorso, dove i medici gli hanno riscontrato lesioni giudicate guaribili in sette giorni.
«Provvedimenti severi? La gravità dei fatti richiedevano questo intervento da parte nostra» è il commento del questore di Como, che non più tardi di alcune settimane fa aveva auspicato ben altro clima durante le gare al Sinigaglia. «Non vorrei - prosegue Massimo Mazza - che venissero sottovalutati i comportamenti messi in atto, perché uno è un lancio di bottiglia contro una persona, con tutto quello che ne può conseguire; l’altro è un’invasione di campo con il tentativo di invadere anche il settore dei tifosi ospiti: si tratta di comportamenti che non vanno sottovalutati nella maniera più assoluta. E chi li mette in atto sa benissimo a cosa va incontro».
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