Terzo scandalo finanziario in Ticino
In tre mesi bruciati oltre 50 milioni

 Il mito della Svizzera culla sicura per i risparmi degli italiani sembra traballare, dopo l’ennesimo scandalo sull’ammanco milionario scoperto in una finanziaria di Lugano Paradiso, la Grifon Capital

COMO Il mito della Svizzera culla sicura per i risparmi degli italiani sembra traballare, dopo l’ennesimo scandalo sull’ammanco milionario scoperto in una finanziaria di Lugano Paradiso, la Grifon Capital. E a farlo traballare, paradossalmente, è lo scudo fiscale che ha spinto centinaia di investitori (per lo più evasori con il sogno dell’amnistia) a controllare i propri conti in Svizzera: molti di loro hanno così scoperto che quei conti erano stati inopinatamente svuotati. E così gli ultimi tre mesi hanno regalato al Canton Ticino il terzo scandalo finanziario: l’ammanco milionario (le cifre non sono ancora state rese note) che ha portato in cella un dipendente e un dirigente della Grifon Capital di Lugano, accusati di aver bruciato i risparmi dei clienti, quasi tutti lombardi, moltissimi i comaschi. Risparmiatori che, ieri, hanno iniziato (per ora timidamente) a bussare alla porta del procuratore pubblico di Lugano Arturo Garzoni per denunciare: ho perso tutto.
Seppure non si conosce ancora l’esatto ammontare della cifra (in ogni caso - pare - superiore ai 10 milioni di franchi) scomparsa a causa di operazioni sbagliate sui mercati finanziari per mano della Grifon Capital, è sicuro che negli ultimi tre mesi gli scandali finanziari che hanno colpito la piazza di Lugano hanno bruciato risparmi per oltre 50 milioni di euro. A fine novembre la magistratura elvetica aveva infatti aperto un fascicolo su un buco superiore ai 20 milioni di franchi emerso indagando su presunte operazioni irregolari commesse da funzionari della Aston Bank di via Maraini, a Lugano. In cella era finito il direttore generale sostituto della banca, un cittadino italiano, Camillo Costa, con casa però a Cureglia, in Canton Ticino. L’indagine è ancora in corso, ma pare che i soldi siano spariti a causa di una serie di prelevamenti di somme di denaro poi traslocate - secondo l’accusa - su conti che erano nella disponibilità delle persone finite sotto inchiesta.
A ottobre, invece, era stata la volta di ABL Invest, società partecipata della fiduciaria Abilfida di via Zurigo a Lugano, che avrebbe fatto sparire una cinquantina di milioni di franchi di clienti italiani (moltissimi i comaschi) alla volta dell’ucraina, dove sarebbero serviti per la concessione relativa al taglio di legna nei Carpazi detenuta dalla Serin, la società dov’erano stati investiti i soldi dei risparmiatori.
In entrambi i casi lo scandalo era emerso grazie a correntisti italiani interessati a controllare i propri risparmi per prendere in considerazione l’idea di aderire allo scudo fiscale, proprio come accaduto poche settimane fa con la Grifon Invest.
P. Mor.

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