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Martedì 26 Gennaio 2010
In Provincia contro Carioni
si scatena il "fronte del porto"
La mancata risposta a due interpellanze dell’opposizione sono costate al presidente un attacco, "in contumacia" essendo lui a Milano, da parte del Pd e di Rifondazione, che hanno trovato sponda in tre esponenti del Pdl: il presidente del consiglio provinciale Ferdinando Mazara, l’assessore-sindaco di Cernobbio Simona Saladini e il consigliere Giancarlo Galli
La mancata risposta a due interpellanze dell’opposizione (una sul cantiere delle paratie; l’altra sull’incarico di advisor per il progetto porto marina di Villa Erba affidato a una società presieduta dallo stesso Carioni) sono costate al presidente un attacco, "in contumacia" essendo lui a Milano, da parte del Pd e di Rifondazione, che hanno trovato sponda in tre esponenti del Pdl: il presidente del consiglio provinciale Ferdinando Mazara, l’assessore-sindaco di Cernobbio Simona Saladini e il consigliere Giancarlo Galli. Risultato: la seduta, iniziata alle 17.20, è saltata dopo appena mezz’ora, con la minoranza che lasciava l’aula e Serafino Grassi del Pdl che chiedeva una riunione urgente dei capigruppo.
Ad aprire il fuoco è stato il capogruppo del Pd, Mauro Guerra: «Per la dignità di questo consiglio non intendiamo partecipare a lavori tenuti in questo modo», ha esordito. Con riferimento alle due interpellanze che giacevano rispettivamente dal 30 settembre e dal 17 dicembre dello scorso anno e che, constatata l’assenza di Carioni, anche questa volta non avrebbero ottenuto risposta. Mazara ha replicato ammettendo che le parole di Guerra «corrispondono a verità: è una grossa lacuna di questa giunta il fatto che nessuno sia in grado di rispondere a un’interpellanza». Su Carioni ha riferito che si trovava a Milano a causa di un «impegno istituzionale», ovvero un incontro sulla riforma delle autonomie locali, cui ha preso parte come presidente dell’Unione delle province lombarde. Mazara ha anche precisato che il presidente aveva delegato parte della risposta, quella tecnica, al numero uno di Villa Erba Spa Marco Ambrosini. «Stasera - ha detto - possiamo sentire Ambrosini e la prossima volta Carioni. Per me è meglio che si tratti l’argomento per intero nella stessa serata, ma decidete voi - ha aggiunto rivolto all’assemblea -. Nel caso, avvisiamo Ambrosini di non venire». Se a quel punto la risposta, affermativa, delle opposizioni era scontata, lo è stato un po’ meno l’intervento della Saladini: «Come giunta - ha affermato - condividiamo quello che la minoranza sta dicendo. È giusto dare risposte alla presenza del presidente. E non siamo disposti ad accettare il fatto di non essere pronti a fornirle. Come in un comune il sindaco si prende la responsabilità, così qui il presidente». Galli ha parlato di «fatto di per sé increscioso», quindi la palla è tornato alla minoranza, che ha tratto due rapide conclusioni prima di abbandonare l’aula: «Avevamo chiesto tutti che si cominciasse dalle interpellanze che risalgono allo scorso autunno - ha detto Maria Rita Livio (Pd) -. Vorrei ricordare a Carioni che il suo primo ruolo è quello di presidente della Provincia». E Renato Tettamanti (Prc) ha aggiunto: «È una sfiducia politica, se l’unico assessore ha detto "non ci prendiamo le responsabilità del presidente"».
Per la cronaca, una risposta all’interpellanza su porto marina Carioni l’aveva preparata: quattro pagine, stando alle indiscrezioni, in cui ricostruiva l’iter procedurale, liquidando nelle ultime dieci righe il presunto "conflitto di interessi" come un "paradosso". In un primo tempo aveva chiesto che le leggesse l’assessore al Turismo Achille Mojoli, ma poi ci ha ripensato, preferendo rispondere di persona la prossima volta. Mojoli, sollecitato dalla stampa, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Però la Saladini ha parlato al plurale: condivide le sue parole? «Ha detto "noi della giunta" - è stata la laconica replica -, ma non so con chi si sia consultata».
Pietro Berra
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