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Martedì 09 Febbraio 2010
Torna il medico comasco
con i primi 7 feriti da Haiti
Ieri verso l'una del pomeriggio, Marie Danielle è arrivata a Malpensa, con altri sei feriti (4 minorenni e 3 adulti in tutto), a bordo di un aereo opportunamente attrezzato che Livingston ha messo a disposizione per trasportare in Italia i primi feriti del terremoto di Haiti, pronti a ricevere cure in ospedali della Lombardia
Prende la mano della donna, il dottor Federighi e con lei attraversa la piazzola per accompagnarla su una delle ambulanze presenti in pista. «Merci, merci», continua a ripetere la donna, «che Dio aiuti mia figlia».
Ieri verso l'una del pomeriggio, Marie Danielle è arrivata a Malpensa, con altri sei feriti (4 minorenni e 3 adulti in tutto), a bordo di un aereo opportunamente attrezzato che Livingston ha messo a disposizione per trasportare in Italia i primi feriti del terremoto di Haiti, pronti a ricevere cure in ospedali della Lombardia (Niguarda, San Gerardo di Monza, Riuniti di Bergamo) grazie alla disponibilità della regione.
«E' stata un'esperienza magnifica», dice il dottor Federighi mentre è ancora sull'aereo, «un'esperienza pesante ma istruttiva che mi ha lasciato davvero molto. Di grande soddisfazione umana e professionale». Non c'è tempo per troppe parole: c'è invece da trasferire sulle barelle i feriti per portarli giù dall'aereo. E tutto avviene senza una virgola di troppo, quasi sottovoce, con gesti sicuri e sguardi complici tra i medici e gli infermieri rientrati ieri dalla missione di soccorso coordinata dall'Areu, (l'Azienda regionale emergenza e urgenza). «Si impara tanto da tutti, dai volontari dell'associazione “Francesca Rava” e dall'Ordine Camilliano, senza i quali non avremmo neanche potuto muoverci ad Haiti», afferma il medico rianimatore e anestesista lariano, con un chiaro accento toscano, da nove anni in forze al Sant'Anna, «ma anche da una compagnia aerea». In fondo all'Airbus A330, era allestito un ospedale da campo, con i pazienti assistiti da 12 medici dell'Areu e 6 accompagnatori. «L'impegno clinico e ospedaliero per i feriti arrivati sarà importante», informa il dottor Mario Landriscina, responsabile del 118 di Como, «è prezioso che ci sia anche un parente al seguito (di loro si occuperà la Croce Rossa italiana). L'operazione è stata ben preparata, i pazienti sono stati scelti con criterio portando via chi non avrebbe trovato sicuramente risposte ad Haiti: chi ha bisogno di interventi chirurgici particolati, di una riabilitazione di lunghissima durata, ustionati». Alle 4 di ieri pomeriggio erano già nei tre ospedali prescelti. «L'operazione è stata coordinata tra Regione Lombardia, ministero degli Affari Esteri, Cri e Ogn», ha ricordato il governatore Roberto Formigoni, presente ieri in pista. Con lui è sceso il più piccolo dei feriti, Roberto L., di sole tre settimane di vita.
Alessandra Pedroni
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