Homepage / Como città
Venerdì 12 Febbraio 2010
Due condanne, un solo reato
Ingiustizia per corrispondenza
Rimasto senza sigarette, il signor Giuseppe è finito suo malgrado nei guai per aver preso l'auto dopo una cena a casa, con brindisi annesso, e per aver percorso 300 metri fino alla più vicina tabaccheria
Ne sa qualcosa il signor Giuseppe Furina di Como, condannato per ben due volte per lo stesso reato commesso nello stesso momento in due luoghi differenti.
Rimasto senza sigarette, il signor Giuseppe è finito suo malgrado nei guai per aver preso l'auto dopo una cena a casa, con brindisi annesso, e per aver percorso 300 metri fino alla più vicina tabaccheria. Nel parcheggio di fronte alla rivendita di bionde c'erano anche i carabinieri che, nonostante l'automobilista fosse fuori dalla sua vettura, lo hanno sottoposto a test con l'etilometro e lo hanno denunciato. Era la sera del 5 ottobre e il giorno dopo la segnalazione dei carabinieri è arrivata in procura.
L'iter dei fascicoli per le guide in stato di ebbrezza non ha grande fantasia e non richiede, soprattutto, atti investigativi: si riceve il verbale, si leggono le contestazioni, si calcola l'ipotetica pena con relativa ammenda e poi si emette quello che tecnicamente si chiama decreto penale di condanna. In sostanza il giudice delle indagini preliminari firma, su richiesta del pubblico ministero, un atto destinato a trasformarsi in una sentenza di condanna se entro 15 giorni l'imputato non decide di opporsi.
Il signor Giuseppe, nei giorni scorsi, ha ricevuto proprio il decreto di condanna per quei 300 metri fatti per comprare le sigarette e, colpa anche di una tempistica non propriamente celere con la quale l'avvocato d'ufficio gli ha notificato l'atto, non ha potuto opporsi, altrimenti un pensierino l'avrebbe anche fatto - lui dice - per contestare il fatto di essere stato sottoposto a controlli fuori dall'auto.
Tant'è, i 15 giorni sono passati e la condanna - un mese e un migliaio di euro - sono passati in giudicato. Ma proprio mentre la rabbia per quella multa stava evaporando, riecco l'ufficiale giudiziario con un nuovo decreto penale di condanna: stesso reato, stesso giorno, stessa ora, ma auto e luoghi differenti. «Com'è possibile che fossi in due posti contemporaneamente e per di più su un'auto di cui io non so assolutamente nulla?». L'errore è palese. E l'iter per tentare di correggerlo - non certo per merito dell'avvocato d'ufficio - è stato intrapreso. Nella speranza di non sentire più il citofono suonare.
P. Mor.
© RIPRODUZIONE RISERVATA