Sociale, vi sveliamo il retroscena
Ecco come sarà il nuovo teatro

Parlano il presidente della società dei Palchettisti e l'architetto cui si deve la progettazione della vecchia Arena e del futuro ristorante. Ecco come il teatro cercherà di diventare il ver fulcro culturale della città

COMO - Un teatro che svolge appieno le sue funzioni non è unicamente un contenitore, per quanto prestigioso, di concerti e rappresentazioni, ma il fulcro culturale della città.
Nel caso di una struttura come quella del Sociale, che si avvicina a festeggiare il bicentenario, è anche un punto nevralgico del centro storico comasco, un centro che si appresta a cambiare, in meglio, proprio grazie ai mutamenti della massima sala cittadina.

È notizia recente il via libera della Giunta comunale, in attesa dell'approvazione definitiva del Consiglio, per l'abbattimento della “torre scenica” che è anche un primo passo per il recupero dell'arena che, peraltro, nei mesi invernali resterà adibita anche a parcheggio. Il presidente del consiglio direttivo della Società dei Palchettisti del Teatro Sociale precisa che le due aree contigue (quella della “torre” e quella adibita a parcheggio) verranno destinate al servizio del teatro per attività «propedeutiche alla crescita non solo del Sociale ma di tutta la città. Eventi di natura artistica, culturale, sociale e turistica per soddisfare le esigenze di crescita culturale e anche turistica di Como e di tutto il territorio circostante». Ma di cosa parliamo quando parliamo di “torre scenica”? È l'architetto Luca Ambrosini di Arkham Project, studio attualmente impegnato nei lavori di recupero del ristorante, lo stesso che ha operato il restauro di tutto il teatro in un triennio che ha visto il Sociale tornare agli antichi splendori, a farci da guida in una parte del Sociale che pochi, anche tra gli addetti ai lavori, hanno visto. Dietro il palcoscenico, dietro l'area attualmente adibita a passaggio e magazzino, c'è la “torre” che altro non è che la struttura che comprendeva il palcoscenico che dava sull'arena.

Un'area che è stata, a più riprese, devastata da interventi scriteriati nel corso del tempo: si potrebbe pensare che le mura di sasso siano antiche vestigia del castello, che il lato sud del teatro sia sempre stato così. Niente di più sbagliato: quei sassi sono hanno trovato posto negli anni Trenta e allo stesso periodo risalgono gli interventi in cemento armato realizzati senza il minimo rispetto (emblematiche due finestre, una aperta per sempre, l'altra chiusa per sempre per l'edificazione repentina di due solide colonne). La chiusura definitiva è degli anni Sessanta. L'iter non sarà immediato, l'intervento in atto oltre al ristorante recupererà anche un bello spazio esterno che sarà luogo anche per altri spettacoli. Per l'arena bisogna attendere un futuro sempre meno lontano, magari entro il 2013 delle celebrazioni. «Questo teatro si è sempre adeguato alle situazioni storiche - commenta Ambrosini - Anche ora è in divenire e con lui cambierà tutta questa parte di città con un programma di trasformazioni che terrà conto delle necessità di tutti», questo, tornando ai Palchettisti che sosterranno il carico economico di questo ambizioso impegno, «secondo un progetto globale che verrà concordato con gli enti preposti».
Alessio Brunialti

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