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Martedì 16 Febbraio 2010
Padri, italiani e senza lavoro
Sono i nuovi poveri di Como
Sono loro quasi la metà degli utenti dei centri di ascolto della Caritas. Ieri la visita del vescovo Coletti tra i volontari
Il direttore della Caritas, Roberto Bernasconi, ha rappresentato al vescovo, Diego Coletti, non più l'affanno, ma la fatica. La fatica di vivere, la fatica di «stare in piedi» e l'ha fatto nel corso della visita pastorale di Coletti alla Caritas, nel giorno dedicato alla povertà, nell'Anno Europeo della lotta alla povertà.
Il vescovo ha chiamato uno ad uno gli operatori dell'ufficio di piazza Grimoldi, Caritas e Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio Onlus e ha preso appunti. Ha ascoltato molto e non s'è soffermato tanto sull'organizzazione, sul bilancio, sull'erogazione dei servizi, sulle strutture. La Caritas vive a sua volta di offerte e non ne trattiene neppure il 3% che di solito va sotto la voce “spese di gestione delle offerte”, ma va tutto a chi ha bisogno. Ma il Vescovo non sembrava molto interessato dal conto economico. Gli interessava lo stile cristiano della sfida alla povertà, che non consiste nell'elemosina, ma in un progetto. Gli interessava la sensibilità delle comunità parrocchiali: ha già detto che troppe si limitano alla «erogazione di decenti servizi liturgici» e non a vivere il Vangelo. «Povertà materiali e morali nascoste: dobbiamo farle emergere - conclude Bernasconi - ma la Caritas non agisce per senso umanitario, bensì perché ogni uomo è fratello. È la fede che lo dice. Non c'è carità cristiana senza fede».
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