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Martedì 23 Febbraio 2010
Mille anziani, una sola cucina
I pasti arriveranno da fuori
Già domani sarà scelta la società che si occuperà di servire 1.050 pasti al giorno agli ospiti di Rebbio, di via Brambilla, Via Volta, Celesia e Camelie. Un unico punto di cottura e poi la distribuzione
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«Non sarà più la stessa cosa, per servizio e qualità», commentano Matteo Mandressi, Cgil, Maria Felicia Tarulli, Cisl e Vincenzo Falanga, Uil, che hanno proclamato una mobilitazione e sollecitano tutte le forze politiche e sociali ad intervenire. A Rebbio, la cucina sarà smantellata a giorni e ricostruita, come prevede il progetto di ristrutturazione; chiude in via Brambilla e al Celesia; alle Camelie non c'è mai stata. Attualmente, le cucine rappresentano una voce di spesa da due milioni e 200mila euro l'anno. L'esternalizzazione, secondo il presidente del Consiglio d'amministrazione, Domenico Pellegrino, consente un risparmio del 20%. «Tutti sono orientati all'esternalizzazione - sottolinea Pellegrino - ma noi non lo facciamo solo per risparmio, bensì per migliorare la qualità. Il personale non sarà ridotto, nessuno verrà licenziato e saranno garantiti i trattamenti economici in corso». In un comunicato, il Consiglio d'amministrazione assicura che «l'orientamento è quello di garantire le migliori condizioni di assistenza e di ospitalità agli anziani ricoverati anche tramite criteri di gestione della cucina di tipo industriale. Questo per garantire un futuro solido alla Fondazione Ca' d'Industria, mantenendo il ruolo sociale che la stessa deve svolgere, preservandone la stabilità di bilancio e contenendo la dinamica delle rette». Ma i sindacati si chiedono che senso abbia cucinare da una parte e trasportare pasti per tutta Como e per quale motivo la Società che si aggiudicherà l'appalto dovrà disporsi ad attrezzare la cucina di Rebbio, quando sarà ristrutturata e che rimane di proprietà della Fondazione: otterrà una gestione sui tempi lunghi, ma nel costo del pasto sarà compreso anche l'ammortamento dell'investimento. «Non si risparmia - affermano i sindacati - sulla pelle degli utenti e dei lavoratori».
Maria Castelli
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