Rinaldin tra lacrime e sorrisi
«Il partito non mi ha chiamato»

Disegna grechine su un pezzetto di carta. Osserva i suoi due telefoni che non la smettono mai di vibrare, ma non risponde. Si muove come se la sedia scelta per lui, nel suo nuovo punto elettorale, fosse troppo scomoda. Riesce perfino a commuoversi. Eppure la prova di un Rinaldin che non sa di esserlo è quell'improvvisa incapacità a trovare le parole: «Cosa devo dire?»

COMO Disegna grechine su un pezzetto di carta. Osserva i suoi due telefoni che non la smettono mai di vibrare, ma non risponde. Si muove come se la sedia scelta per lui, nel suo nuovo punto elettorale, fosse troppo scomoda. Riesce perfino a commuoversi. Eppure la prova di un Rinaldin che non sa di esserlo è quell'improvvisa incapacità a trovare le parole: «Cosa devo dire?».
- Per esempio se è più felice o più arrabbiato?
«...(Sospiro)...
- Prego?
«Non lo so...
- Proviamo così: se Giorgio Bin fosse qui davanti a lei, lo abbraccerebbe o lo prenderebbe a schiaffi?
«Ma no... Posso dire questo: immagino quanto Bin abbia sofferto, ma ho sofferto molto anch'io.
- Non sembra felice dal dietrofront del suo successore all'assessorato al Turismo...
«Non so come mi sento. Oggi a tratti piangevo, a tratti mi arrabbiavo. Chieda alla mia segretaria: mi vedeva ridere e poi commosso e poi ancora... Non so spiegarlo: ma io questa storia della corruzione me la sono sentita addosso, qui non stiamo parlando di politica ma della vita vera. Capisce? Preferirei non parlare...
- Difficile: il suo grande accusatore, quello che con le sue dichiarazioni l'ha fatta finire ai domiciliari ha detto di essersi inventato tutto. Cosa pensa?
«Guardi, dell'inchiesta non parlo. I miei avvocati mi hanno detto di non dire nulla, quindi su questo non voglio rispondere. Non so cosa accadrà ora, ma per me quella di oggi non è una giornata qualsiasi.
- Non dovrebbe però essere una sorpresa, per lei: Bin ha detto di aver scritto ai suoi avvocati.
«I legali mi avevano avvisato, ma mi avevano anche detto di dimenticarmelo. Poi stamattina (ieri ndr) suona il cellulare: era Ivano Polledrotti. Che mi dice: «Hai letto la Provincia». E io subito a pensare male, magari qualche polemica politica. E invece. Non pensavo che Bin sarebbe uscito con una dichiarazione pubblica.
- Si sorprenderebbe se il commento più gettonato alle parole di Bin fosse quello di un possibile accordo pre-elettorale con lei?
«Non ci ho pensato. Se qualcuno lo pensasse sarebbe l'ennesima cattiveria, l'ennesima dimostrazione che se uno parla contro dice la verità, se parla a favore dice il falso.
- Ma secondo lei perché Bin si sarebbe inventato tutto?
«Ci ho pensato molto. Ho voluto credere che l'abbia fatto perché era in stato confusionale, in un momento contraddittorio e in cui era poco lucido.
- C'è una cosa che Bin non si è rimangiato: il consiglio a lasciare la politica. Ha detto anche che lei ha il verme solitario della politica...
«Se è un modo per dire che la politica è totalizzante è vero. La politica è un po' come essere innamorati di una donna fatale: ti coinvolge.
- A proposito: qualcuno dei suoi avversari alle regionali l'ha chiamata dopo aver letto l'intervista?
«No, nessuno.
- Neppure i colleghi di partito?
«No, neppure loro. Nemmeno il coordinatore del Pdl (Alessio Butti ndr).
- A proposito di Pdl, preoccupato di poter non essere candidato?
«Onestamente? No.
- Indipendentemente dal dietrofront di Giorgio Bin lei è tuttora imputato, non pensa che, soprattutto in questo periodo, il Pdl possa decidere di evitare la candidatura di persone coinvolte in inchieste come la sua?
«Il garantismo è un valore nel Pdl: io non sono mai stato condannato e sono sicuro di dimostrare la mia innocenza. Non temo di perdere la candidatura. Ma posso dirle una cosa?
- Prego...
«In questo momento non ci penso. Quasi non m'interessa. Sono così frastornato dopo le dichiarazioni di Bin che vorrei solo riposare».
Il foglietto è pieno zeppo di grechine. Spuntano due sostenitori: «Ha letto consigliere? Sarà contento...». Lui stringe mani e saluta. Mentre i telefoni continuano a vibrare.
Paolo Moretti

© RIPRODUZIONE RISERVATA