I Castagna ai legali dei Romano:
«Questa volta ci chiedano scusa»

«Amarezza e dolore» sono i sentimenti denunciati da Carlo Castagna e
dai figli Pietro e Giuseppe per le accuse loro rivolte nelle
motivazioni di appello preparata dai legali di Rosa Bazzi e Olindo
Romano

Carlo Castagna e i figli Pietro e Giuseppe usano toni pacati per raccontare il loro «dolore» e la loro «amarezza» per l'attacco riservato alla famiglia, duramente colpita dalla strage di Erba, dagli avvocati di Rosa Bazzi e Olindo Romano. Nei motivi d'appello in vista del processo di secondo grado, che si apre mercoledì 17 marzo, i legali dei presunti assassini avevano scelto l'attacco frontale contro i Castagna. Nell'atto depositato gli avvocati dedicano un capitolo alla «mancata acquisizione di elementi emersi dalle indagini nonché mancato completamento di accertamenti disposti che possono fornire riscontro a piste alternative a cui ricondurre il delitto».
In particolare i difensori dei presunti mostri di via Diaz sostengono che siano state abbandonate troppo presto altre ipotesi investigative: «la vendetta trasversale» contro Azouz Marzouk, per il controllo dello spaccio di cocaina a Erba, e l'ipotesi secondo cui «la strage fosse maturata all'interno della famiglia Castagna». Per ben oltre venti pagine gli avvocati elencano una serie di elementi e di asserite contraddizioni che, a loro giudizio, avrebbero dovuto spingere gli inquirenti a indagare sul fratello di Raffaella, ovvero Pietro Castagna. Un atto, quello dei legali dei coniugi Romano, per il quale la famiglia Castagna ora chiede le scuse.

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