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Martedì 09 Marzo 2010
Ca' d'Industria: cresce
la protesta sui tagli
Como: l'istituto per anziani al centro di un nuovo caso, l'esternalizzazione del servizio pasti, affidato ad una società di Cinisello Balsamo, Fms. A rischio posti di lavoro, insieme a 200 euro al mese di salario per il trasferimento dei dipendenti alla nuova società
COMO«Noi parenti non riusciamo a capire perché deve venire da lontano il mangiare dei nostri nonni»: anche la nuora di un'ultranovantenne ospite in Ca' d'Industria, ha partecipato alla manifestazione organizzata fuori dalla prefettura ieri mattina dai sindacati e dai lavoratori della Fondazione nata 200 anni fa per gli anziani comaschi. Pure lei ha un cartello sulla schiena, porta la scritta: «Ca' nisciuno è fesso», giocando con il Ca', Ca' d'Industria, al centro di un nuovo caso, l'esternalizzazione del servizio pasti, affidato ad una società di Cinisello Balsamo, Fms. «Affidato lo dite voi, perché noi non lo sappiamo - dicono i lavoratori, compreso Matteo Mandressi, responsabile funzione pubblica della Cgil - ci sono nuovi capi nella cucina riunificata in via Brambilla, chiusa quella di Rebbio per ristrutturazione. Noi siamo all'oscuro di tutto e protestiamo proprio perché è stata saltata ogni procedura». E perché posti di lavoro potrebbero essere perduti, insieme a 200 euro al mese di salario per il trasferimento dei dipendenti alla nuova società. Palloncini gialli e tanti cartelli. Chi chiede di vedere i bilanci e chi porta la scritta: «La ricetta del sindaco Bruni per una città senz'auto: tre pulmini avanti ed indietro due volte al giorno per distribuire pasti freddi» e sul muro del palazzo del Governo, in via Volta, spicca uno striscione: «La Ca' d'Industria non è vostra. È di Como».
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