COPIA DI Como, il marito confessa:
l'ho uccisa per non perderla

Marco Siciliano arrestato con l'accusa di aver ucciso la moglie. La donna ripescata di fronte a Laglio era una 36enne infermiera svizzera, madre di un bimbo. Il marito prima l'ha colpita alla nuca, poi avrebbe tentato di decapitarla. Il movente sarebbe riferito alla gelosia: non voleva perdere la compagna. Prime ammissioni davanti agli inquirenti
Il luogo dell'omicidio

LAGLIO La polizia svizzera ha fatto scattare le manette ai polsi di Marco Siciliano, il marito della 36enne di Mendrisio scomparsa giovedì 25 marzo da casa e il cui corpo, semidecapitato, è stato trovato nelle acque del lago di Como. A confermarlo sono gli inquirenti elvetici, secondo cui l'autore del delitto è il 32enne marito. A incastrarlo è stato il telefono cellulare della moglie, che lui aveva con sé e che avrebbe utilizzato per inviare alcuni sms dopo la scomparsa.

C'erano voluti due giorni esatti, prima che gli inquirenti riuscissero a identificare la donna ripescata morta dal lago di Como: si chiama Beatrice Sulmoni, 36 anni, nata e residente in Svizzera, a Castel San Pietro, frazione alta di Mendrisio. Già il giorno dopo il ritrovamento del cadavere i carabinieri avevano inviato le foto e le impronte digitali della vittima al centro di cooperazione tra forze di polizia italiane ed elvetiche, chiedendo l'aiuto delle autorità ticinesi per identificare la ragazza del lago.
A identificare la donna è stato il fratello, che aveva contattato gli inquirenti dopo la divulgazione anche in Svizzera della notizia del ritrovamento del cadavere aveva contattato i poliziotti elvetici.

Sembra certo che l'omicidio sia stato commesso in Svizzera: l'uomo - nato in Svizzera ma di origini italiane - ha dapprima colpito la moglie con violenza alla nuca, fratturandole il cranio, quindi ha infierito con un coltello, probabilmente nel tentativo di decapitare il corpo e renderlo irriconoscibile. Ancora mistero, invece, su dove sia stato gettato il corpo dopo il delitto, ovvero se sia stato portato fino al lago oppure abbandonato nel fiume Breggia (Castel San Pietro è proprio accanto al torrente che sfocia poi a Tavernola), e quindi trasportato dal fiume fino alle acque del lago di Como.

Con l'arresto del marito è stata confermata l'ipotesi di un delitto passionale a opera di un diretto conoscente della vittima, come gli investigatori comaschi avevano ipotizzato considerato il tentativo dell'assassino di decapitare il corpo dopo l'omicidio. Il movente sarebbe la gelosia del marito che ha cominciato a fare le prime ammissioni davanti agli inquirenti. Non voleva perdere la compagna e l'ha ammazzata in preda a un raptus

La donna era molto conosciuta a Mendrisio e attiva nel campo del volontariato.

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Eco di Bergamo La casa della coppia