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Venerdì 09 Aprile 2010
Banche troppo care: i soldi
la parrocchia li chiede ai fedeli
Accade a Parè dove la spesa per rinnovare l'asilo è passata dai 450mila iniziali ai 650mila a consuntivo dell'opera
Il nuovo parroco don Sergio Bianchi, i consigli affari economici e la scuola dell'infanzia, per rispettare i tempi di costruzione della nuova ala, si appellano alla generosità, dunque, della collettività: benefattori singoli, imprese. Non si tratta, però, della consueta raccolta di donazioni. In questa occasione, infatti, si chiedono semplicemente somme in prestito per terminare nei tempi previsti la realizzazione dei lavori. Prestiti che verranno restituiti entro tre anni, senza però interessi.
Un modo questo per evitare di rivolgersi alle banche apportando così ulteriori spese a carico della parrocchia. Se una persona o una famiglia, in pratica, mettesse a disposizione della parrocchia dei soldi, ciò permetterebbe di non accollare alla comunità parrocchiale un onere bancario che graverebbe per un po' di anni sulla sua gestione economica, mentre chi fa il prestito alla parrocchia in fondo non farebbe altro che rinunciare a un interesse bancario, che è oggi irrisorio - fanno osservare gli interessati -, sapendo di rientrare poi in possesso della somma prestata in un periodo tutto sommato breve.
I finanziamenti dei parrocchiani, come detto, serviranno per portare a compimento l'ampliamento della struttura i cui costi nel corso dei lavori si sono abbondantemente lievitati: sono passati dai 450mila iniziali ai 650mila a consuntivo dell'opera.
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