Guerra degli orari
tra residenti e bar

Como: continua la polemica sulla movida. Sono 22 i locali nel mirino dell'amministrazione comunale e definiti «casi gravi» dagli uffici di Palazzo Cernezzi a seguito delle segnalazioni di gruppi di cittadini. Intanto la raccolta di firme contro l'ordinanza sulla chiusura a mezzanotte raggiunge quota mille

COMO Sono 22 i bar nel mirino dell'amministrazione comunale e definiti «casi gravi» dagli uffici di Palazzo Cernezzi in quanto non si tratta di semplici segnalazioni personali (che vengono catalogate a parte e ammontano ad alcune decine), ma di casi in cui i residenti hanno intrapreso azioni formali oppure in cui si registra l'occupazione di strade e marciapiedi creando situazioni di pericolo. Petizioni, esposti alle autorità e proteste in crescita di chi vive nei pressi di bar e locali hanno portato gli uffici a predisporre la bozza di ordinanza che prevede che tutti dovranno chiudere a mezzanotte. Se vorranno restare aperti fino alle due del mattino dovranno chiedere e ottenere una deroga concessa sulla base di una serie di garanzie che dovrà fornire il gestore: insonorizzare i locali, installare i limitatori acustici su stereo, tv e radio, cessare l'attività svolta all'esterno del locale a un orario prestabilito. E ancora rimuovere tavolini e sedie e utilizzare body guard per garantire che gli avventori non stazionino all'esterno del locale trascorso un orario stabilito e curare la pulizia esterna. Ma i baristi non sembrano disponibili ad accettare a cuor leggero le decisioni di palazzo Cernezzi. Sono un migliaio le firme raccolte nel primo giorno di avvio della campagna di protesta contro la bozza di ordinanza comunale.
La petizione, promossa dall'ex consigliere comunale di An Alessandro Nardone e Matteo Basile, va a gonfie vele e hanno aderito altri cinque locali (si arriva così a 28 di cui 25 di Como città).

© RIPRODUZIONE RISERVATA