Ticino: niente crisi
per i frontalieri

Anche nel 2009 l'occupazione per i lavoratori italiani è cresciuta dell'1,9%a fronte di un tasso di disoccupazione complessivo del 5,7%

Cresce di quasi due punti percentuali, infatti il numero dei frontalieri occupati in Ticino anche nel periodo in cui la Svizzera deve fare i conti con un rallentamento generale dell'economia. A certificarlo i dati contenuti dall'Annuario statistico ticinese 2009 elaborati da Roberto Cattaneo, responsabile frontalieri della Uil.
Un saldo positivo che certo ha accusato il colpo della recessione internazionale se è vero che l'incremento tra il 2009 e il 2008 è stata dell'1,9%, niente a che vedere con il 6,7% registrato nel 2008 o il +8% tra il 2006 e il 2007. Questo a fronte di un tasso di disoccupazione in Ticino è salito dal 4,6% del 2008 al 5,7 % del 1° semestre del 2009.
«Si evidenza la tendenza costante di un aumento di occupati frontalieri sempre più proporzionale dell'incremento occupazionale complessivo - sottolinea Cattaneo - Si può anzi aggiungere che oltre il 50% dell'incremento occupazionale totale è dovuto al lavoro frontaliero, la cui incidenza sull'occupazione complessiva passa dal 22,2 %, un punto in più rispetto ad un anno prima».
Molte spiegazioni a questo fenomeno, secondo il sindacalista, tra queste la tendenza a sostituire, anche nel normale turn-over, occupati locali, svizzeri ma soprattutto residente stranieri come turchi e serbi, con frontalieri con i quali viene concordato un contratto individuale che prevede stipendi inferiori, sovente anche ai minimi contrattuali o di legge.

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